Nord e Sud - anno XII - n. 65 - maggio 1965

Enzo Gol-ino di soffocare il procedimento creativo in una rete erudita e di trasformarlo in deposito all'ingrosso di massime da citare. Certo H erzog, opera ambiziosa e difficile, sollecita le antenne vigili dei Teorici del Midcult. Una fetta di Spinoza, duecento grammi di Hegel, tre pillole di Heidegger impacchettati al Supermarket del Sapere ... lo Scibile Condensato alla portata di tutti con il Dolce e l'Amaro in porzioni uguali ... la sensazione di entrare nel Tempio dell'Highbrow offerta al lettore con affabili inviti ... la Chiamata in Causa dell'umanità ... il Tocco di Disastro Universale inserito proditoriamente nel boudoir violato di un intellettuale fallito. Rapidamente semplificato, tale Catalogo di Atteggiamenti Midcult sembra degno di Arthur Miller. Candidatura alla beatificazione? Ipocrita platitude consolatoria? Sommessa speranza laica? Bellow dissolve presunzioni e umiltà con gli acidi di un obliquo umoris1no e sottolinea il distacco di qualità dal campione che farebbe gola agli Analisti del Kitsch. Disegna il ritratto ironico dell'intellettuale moderno al riparo dietro la corazza dei libri, iperculturalizzato ma indifeso dagli assalti di quella vecchia arma comunque pericolosa che è il cuore ferito. Trascrive metaforicamente in termini di romanzo l'abbandono vorace, quasi fisiologico, di una confessione tra fede, cinisn10 e virtù. Rappresenta ipertroficamente lo stress di una mente educata alle norme un1anistiche. Ecco un lato grottesco del carattere di Herzog, l'incapacità di liberarsi dai condizionamenti culturali fino a subirli con palese masochismo. Le riflessioni di Herzog si esercitano, è normale, sul terreno della cultura. Lo scrittore moderno, paralizzato da forze opposte, affronta la supercon1plessità del reale anche con l'aiuto dei libri che l'hanno preceduto nell'impresa. Così Bellow dilata il suo romanzo per contenere un gremito repertorio di idee mentre Herzog confronta le .ideologie più diverse, le discute, cerca l'attrito dal quale possa scaturire la scintilla della rivelazione, insegue conciliazioni impossibili. Herzog sa che la tabula rasa è un'operazjone vana e tenta piuttosto di recuperare dal fondo inesauribile del pensiero umano nozioni ancora valide. Stanco dello storicismo moderno, consapevole della rapidissima usura delle forme e dei contenuti nella civiltà dei consumi, egli sperimenta accanitamente equazioni costruttive fra vecchie idee e nuove situazioni. Le idee, la cultura, sono i materiali tipici con i quali Bellow ha elaborato un congegno introspettivo dotato di immaginazione sociologica e magistrale retorica letteraria. Viene meno ogni tanto il rigore necessario a un impianto così complesso dove i fatti e le idee dovrebbero integrarsi limpidamente. Però l'approccio di Bellow alla realtà è sempre ad un notevole livello critico. È un'acre commedia Herzog. Un esempio, fra i pochissimi nella narrativa odierna, di quel comico einsteniano tanto sensibile alla nostra condizione di distruggibilità e alle « nuove vibrazioni che l'universo relativo in cui viviamo trasmette al romanziere e che le avanguardie in America e in Europa tendono programmaticamente a captare». Una commedia consapevole dell'irrealtà quotidiana che insidia l'uomo, le sue convenzioni razionali, e gli ricorda la mancanza di potere di fronte alle Grandi Scelte dei Capi. 118 BibliotecaGino Bianco

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