Recensioni Spossato, dopo un incidente d'auto e un incontro tenerissimo con il fratello, mentre attende Ramona, Herzog intravede un barlume di equilibrio. Con la corsa nella sua interiorità così disposta alla reminiscenza, oscillando fra i richiami appassionati alla ragione, il cupo timore della pazzia e l'esame spietato dei suoi fallimenti, Herzog ha salvato almeno la dignità e raggiunge una strana, inerte euforia che gli fa accettare divertito perfino l'eventuale pazzia. Il romanzo non ha una trama rigidamente concatenata. Nell'arco temporale di poche settimane estive, episodi lontanissimi fra loro si succedono secondo il concitato divagare di Herzog e nel corso della narrazione, condotta da Bellow in prima e in terza persona, si fondono con i messaggi (magari interrotti e ripresi o soltanto iniziati) ai muti interlocutori del delirio. Alla fine le lettere si rivelano come la struttura portante del romanzo variando così con un espediente efficace (talvolta forzato) la tecnica del flusso di coscienza. Ma lettere, note, appunti, acquistano pure valori strutturali ideologici. Herzog vi analizza i rapporti fra l'individuo e la collettività. Luogo Saggistico dell'intero Organismo Romanzesco, questa parte « in corsivo» costituisce una prospettiva plausibile sull'essere umano qual'è oggi e il commento del protagonista al proprio back-ground culturale. A questo personaggio culturalmente provveduto Bellow affida il compito di perseguire la maturità e la chiarezza con strumenti culturali. Al contrario, il lamento manufatto dei prodotti narrativi correnti si è risolto quasi sempre nella banale oratoria dell'alienazione e dell'esibizionismo vitalistico. Herzog dimostra una vasta conoscenza del pensiero europeo. Hegel, Kant, Spinoza, Kierkegaard, Heidegger, Montaigne, Pascal, Bacone, Locke, Rousseau ricorrono in una misura giustificata non solo dalla specializzazione accademica del Professor Moses E. Herzog. C'è un motivo più sottile, come se Herzog tentasse la mediazione di quel pen:5iero con la riflessione sullo stato attuale dell'uomo americano nella zona di frontiera - il suo temperamento ebraico - dove i contrasti fra una costituzione inadatta ( « La gente sta esercitando già la sua futura condizione. Il mio tipo emozionale è arcaico. Appartiene alle fasi agricole o pastorali ») e la dura anonimità della civiltà di massa ( « Abbiamo uno standard più brutale ora, uno standardlimite indifferente alle persone») diventano brucianti. Infatti il critico Leslie Fiedler, nel volume Waiting far the End, afferma paradossalmente che oggi lo scrittore ebreo è necessario all'America per stabilire connessioni non con l'Europa dei castelli in rovina e dell'Arcivescovo di Canterbury, « ma con l'Europa post-cristiana di Marx e Freud, cioè dell'ebraismo secolarizzat~, l'Europa del surrealismo e dell'esistenzialismo, Kafka, ìl neochassidismo, un'Europa che ad un tempo detesta e desidera il vuoto lasciato dalla morte del suo dio cristiano». Il ro1nanzo di Bellow esprime anche questa esigenza. Dopotutto, Leslie Fiedler ritiene che i giovani europei stanno diventando americani immaginari nel momento in cui l'americano sta diventando un ebreo immaginario ... Il massiccio apparato di riferimenti culturali spiegato 1n H erzog rischia 117 BibliotecaGino Bianco
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