Enzo Colino scrittori moderni sbagliano quando suppongono che noi sappiamo, quando ritengono che la fisica o la storia sappiano». : È riuscito Bellow a dare una risposta? A dire non solo « quanto», ma anche « perché» sbagliano? Ha evitato l'ambigua sicurezza degli scrittori nella fisica e nella storia, questa delega di potere che confina lo scrittore in un labirinto senza uscite? Seppure parzialmente, Herzog risponde. Alza barricate per la resistenza dell'Io. Scarica idilli e veleni. Dispone le difese. Mutilato, stravolto, distratto da vicende private e pubbliche, l'Io tiene duro. Prepara, accadrà o merio nessuno può dirlo, l'offensiva. Stoicismo, sensibilità, rabbia nichilistica, comicità, tutte le forme a cui gli scrittori hanno affidato negli ultimi tempi la diagnosi sull'incapacità odierna di fronteggiare il reale, sono qui raccolte da una intelligenza lucidissima. Saul Bellow le adopera con splendida disponibilità, le rinnova in soluzioni stilistiche interessanti, dal linguaggio denso di umori poetici alla struttura davvero significativa. Moses Elkanah Herzog si trova in un periodo di acuta confusione. A quarantasette anni ha divorziato dalla seconda moglie: Madeleine lascia Herzog appena l'insoddisfazione le acuisce lo spirito di rivalità. Professore universitario, Herzog è autore di uno studio sul romanticismo e il cristianesimo. Un altro lavoro già ideato tarda a concretarsi. In piena crisi, Herzog si rifugia nella casa di Ludeyville fra i boschi del Massachussetts e medita lungamente. Attraverso un movimento circolare. frenetico, dalla prima all'ultima pagina del romanzo Herzog trascorre dal presente al passato e rievoca larghi squarci della sua genealogia familiare di ascendenza ebraica. Figure minori affollano lo schermo della memoria, questioni professionali lo assillano, scene vissute illuminano indirettamente la sua pietosa condizione. Le delusioni matrimoniali aliméntano l'incomprensione per l'Animale Femminile. Herzog, esemplare affascinante e moderatamente bizzarro del maschio contemporaneo, attira sempre qualche donna che vuol dipanare quel groviglio di intelligenza, malinconia, autocommiserazione, narcisismo, e partecipare affettuosamente alla sua giornaliera, nevrotica recita di vittima e padrone, « metà elegante, metà sciatto». Come Ramona, la devoradora de hombres, una sorta di Maga Circe del sesso che ha assimilato l'efficienza americana e la mistica della fe1nminilità. Murato dal dolore dentro un oscuro cunicolo di furiosa desolazione, Herzog tenta faticosamente di farsi luce. Il monologo non gira a vuoto, vorrebbe avviare un dialogo. Ma gli altri chi sono? Il suo migliore amico, Valentine Gersbach, l'ha tradito con Madeleine, l'ha sfruttato per uscire dalla squallida routine provinciale. Adesso è un protervo ciarlatano di successo, « poeta in comunicazioni di massa». Un avvocato, uno psicanalista, un monsignore (questa Trinità dell'Attivismo Professionale ...) sembrano troppo impegnati nel rispettivo ministero di stregoni della società. Herzog escogita lettere o le scrive, senza mai spedirle, a parenti, amici, personalità eminenti, colleghi, sconosciuti. Espone consensi e disappunti, teorie politiche e culturali, solleva dispute irrisolte, scruta gli interrogativì pressanti del secolo. 116 BibliotecaGino Bianco
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