Recensioni lo stadio del decollo, o cominciano appena adesso a 111uovere i pnm1 passi sulla via dello sviluppo. Sembra, pertanto, che l'interesse dei non-specialisti, per un lavoro come questo ultimo che il George ha preparato con l'aiuto di tre altri studio i francesi possa nascere, in via principale, proprio dalla sua impostazione geografica (P. GeorgeJ R. Guglielmo, B. Kayser, Y. Lacoste, La Géographie active) ParisJ P.U.F., 1964, pp. VlII-t-396) F. 24). L'opera si divide in quattro parti. La prima, che affronta la definizione dei compiti e dei metodi della geografia e in particolare di quella « attiva», è dovuta a Pierre George. Yves Lacoste ha redatto i capitoli sull'apporto della geografia attiva alla soluzione dei problemi del Terzo Mondo. I temi di studio geografico dei paesi industrializzati, da quello dell'agricoltura a quello dell'industria, da quello della distribuzione e del consumo a quello urbano, sono stati affrontati rispettivamente da P. George e da Raymond Guglielmo. Alla redazione infine della parte dedicata alla regione ha collaborato, con P. George, Bernard Kayser. Tutto il lavoro, se si eccettua la parte introduttiva di carattere teoricometodologico, rivela costante lo sforzo per differenziare, distinguere, caratterizzare in proprio ciascuna realtà economica e sociale della superficie terrestre. E lo sforzo ci sembra sia stato tanto più n1eritorio e coronato da successo in quanto compiuto in un'opera che ha come scopo dichiarato la ricerca dei mezzi e dei modi per cambiare, correggere, adeguare la organizzazione umana della superficie terrestre. Difficile, in occasioni come questa, sfuggir alla tentazione di elaborare un qualche schema « generale», che sia cioè in grado di capire (e di fornire gli strumenti dell'intervento) tutta la realtà, al di là delle differenziazioni individuali. Altrettanto difficile sfuggire alla tentazione di voler « esportare» fuori del mondo occidentale le poli ti che pensate ed attua te al suo in terno per rimediare agli squilibri tra aree depresse e aree sviluppate o per risolvere i problemi del congestionamento delle aree sviluppate. Al di là delle sia pur utili indicazioni a proposito del ruolo che nella « trasformazione della terra» potrebbe giocare il geografo, questa « géographie active » ha il grande merito, a nostro avviso, di richiamare alla « realtà» quanti sono interessati a detta opera di trasformazione. È un costante invito a tenere i piedi in terra, a leggere, al di là dei tratti che accomunano tra loro i paesi del Terzo Mondo, o quelli del Mondo occidentale, o ancora quelli · dell' « area socialista », le condizioni di « diversificazione » della superficie terrestre, le ragioni di probabile scacco di una politica che volesse essE;re buona dappertutto. Alla luce di una geografia pensata come « rencontre de problèmes, d'éxpériences et de réflexions », la differenzi~zione dello spazio si risolve in molteplicità di « situazioni », ciascuna risultante della « domiciliazione» in ciascun tratto di superficie terrestre di « rapporti reciproci e ricorrenti», talora rinvenibili tra fenomeni coubicati (e li potremmo chiamare rapporti 105 BibliotecaGino Bianco
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