Nord e Sud - anno XII - n. 64 - aprile 1965

Napoli e la 167 zioni di squilibrio o di equilibrio che via via si determineranno, e di correggerne gli effetti. Un approfondimento in tal senso, sull'esempio dato da altri paesi, più avan.ti di noi in questi stt1di, avrebbe anche il merito di fornire un contenuto più obbiettivo alle proposte che si vanno formulando, e potrebbe pure servire come mezzo di controllo e di verifica per certe indicazioni, puramente intuitive, che, devo confessarlo, mi lasciano scettico. Non dimentichiamo che, per determinare una forza di attrazione notevole su di un nucleo di vecchia urbanizzazione, qualificato da una gran,de città, non basta istituire zone industriali e zone residenziali con caratteristiche più o meno popolari. Soltanto un in1portante centro di attività culturali, direzionali, commerciali, e di svago, potrebbe determinare un forte potere di attrazione perfino nei confronti del centro urbano principale. Per esempio, la creazione di una nuova città degli studi nell'area casertana avrebbe probabilme11te un tale potere. Se un avvenimento di questo tipo e peso non potrà verificarsi, tutto il sistema regionale graviterà fatalmente sul vecchio centro urbano, e ne peggiorerà la già gravissima condizione di congestione. Fin dal 1962 avevo cercato di individuare le direttrici di sviluppo della città in direzione nord-est, secondo uno schema direzionale, o bidirezionale, che doveva accrescersi gradualmente, quasi per successive gemmazioni, da assi che sono segnati dall'autostrada del Sole e da quella delle Puglie. Questa visione di un'organica crescita, suscettibile di successive diramazioni o biforcazio11i, che paragonavo a quelle di un albero con le radici e i rami, mi sembra più che mai valida, anche in considerazione del fatto che, essendo essa, per sua natura e struttura, variabile nel tempo e sul territorio, possiede quegli attributi di gradualità che sono una condizione fondamentale per la traduzione in realtà delle enunciazioni del piano, e di apertura ai fini di successive scelte, dalle quali dipende in definitiva il rispetto ed il soddisfacimento di esigenze che vengano affermate dal basso; e soprattutto consente di tener conto delle situazioni di squilibrio ed equilibrio che in virtù dell'intervento via via si vanno determinando. Ma è anche chiaro che, conformemente a qua11to abbiamo detto, tale crescita graduale non può essere continua e uniformemente caratterizzata, ma deve, invece, presentare punti di concentrazione qualitativa e quantitativa capaci di esercitare un forte potere ài attrazione sul centro più congestionato da un lato, e di spinte verso l'esterno, dall'alto. Il primo efficace strumento fra quelli che potrebbero rendere operanti le direttive del piano, si individua, senza alcun dubbio, nella legge 87 BibliotecaGino Bianco

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