• Giulio De Luca ma con uno sforzo per agire nell'interesse d~lla città, in considerazione di taluni dati di fatto, molti d·ei quali, anche se deprecabili, non possono per questo• essere ignorati. E mi riferisco, ad esempio, alle zone di recente industrializzazione alla immediata periferia di Napoli: come quella che va sviluppandosi a Casoria, e che non può essere né ignorata, né, a mio giudizio, facilmente ed utilmente fermata nel suo progressivo accrescimento. Sul territorio della regione so110 individuabili, tanto per meglio chiarire il mio punto di vista, campi di gravitazione, con caratteristiche sostanzialmente diverse: l'uno è costituito dall'area napoletana, avente il suo baricentro nel nucleo urbano attuale e che presenta una forte concentrazion·e intorno a zone urbanizzate, quasi saldate tra loro. L'altra, che si estende all'interno, fino ai confini della regione, ha invece la caratteristica di zona rarefatta e diffusa, con nuclei di concentrazione ai margini della così detta « fascia attiva », che poi collima con la fascia costiera. È evidente che i due campi si influenzano reciprocamente, ed il secondo tende a gravitare sul primo, a meno che non si crei, artificialmente, nel suo ambito territoriale, un secondo centro di gravità, che faccia da contrappeso a quello che ha Napoli per suo centro. Se questo è vero, è chiaro che l'asse economico Villa Literno-Nola, parallelo alla costa, e che si allunga ai margini del campo di gravitazione più forte, no11 potrà che aumentarne ancora la forza di attrazione, a scapito dell'altro campo, la cui forza di attrazione risulterà ulteriormente indebolita. Si pone, cioè, la esigenza di t1na pluralità di poli di concentrazione, che possano determinare situazioni di squilibrio co1npensato, anziché situazioni di squilibrio permanente, quali sarebbero quelle determinate su gran parte della regione da un unico polo di sviluppo e di attrazione. Per questo motivo, a me pare necessario prevedere, come contrapposto al polo napoletano, un polo casertano, e magari un polo beneventano. Quello casertano, se opportunamente qualificato, potrà produrre effetti di bilanciamento rispetto a Napoli e di attrazione rispetto alle zone interne della regione; ma a sua volta potrebbe essere compensato da un polo in Irpinia, che, grazie al proprio campo di gravitazione, dovrebbe avere la funzione di evitare che tutta la regione prema sulla fascia costiera. Tanto meglio se poi, al polo avellinese, potrà aggiungersene un'altro, sannitico o molisano. La identificazione di questi campi di gravitazione offre, a mio giudizio, un mezzo di indagine e una possibilità di misura dell'intervento, se si potranno individuarne i parametri, e ren,derli tra loro confrontabili. Tale mezzo di indagine consentirà di tener dietro, ed entro certi limiti di prevedere, i fenomeni dipendenti dalla progressiva attuazio,ne dell'intervento, di controllare le condi86 Bi lioteca Gino Bianco
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