Giulio De Luca di sviluppo economico che facesse uscire la ~ostra. città dalle asfittiche condizioni nelle quali si trova, non ci vien fatto di vedere in che modo tale giusta indicazione possa oggi 1nodificarsi o, come vorrebbero alcuni, ridursi entro· più modesti orizzo11ti. Insistiamo, dunque, più che mai affinché la nuova Amministrazione comunale, accogliendone i principi informatori con rinnovato vigore, rilanci lo stu,dio per una pianificazione intercomunale che abbracci l'area metropolitana di Napoli; e affinché, finalmente, i lavori per la redazione del piano, che la città attende da oltre venti anni, siano rapidamente e seriamente condotti a termine. Qui non si vogliono fare processi al passato, ma è bene rendersi conto che, se ancora oggi i lavo,ri per la stesura del nuo·vo piano regolatore sono in fase arretrata, ognuno ha la sua parte di responsabilità: l'hanno· più di tutti le Amministrazioni comunali del passato che non seppero, o forse non poterono, dare quegli indirizzi chiari ed inequivocabili che dovevano fornire un valido sostegno alle tesi programmatiche in via di elaborazione. Quelle stesse amministrazioni non finanziarono il piano, non costituirono l'ufficio del piano, e cosi facendo misero la Commissione per il P.R. nella condizione di non poter tradurre in concreti e approfonditi studi urbanistici· i risultati di certe impostazioni. Né la Commissione per il P.R. è esente a sua volta da responsabilità, per non avere portato avanti la pretesa nei confronti dell'Amministrazione - pretesa che aveva pur tentato di far valere in un primo momento, ma nella quale, per varie, sia pur rispettabili ragioni, non l1a ritenuto di dover insistere - di ottenere mezzi e strumenti a,deguati, e sopra tutto un aperto e qualificato sostegno politico agli indirizzi da essa affermati. Quanto ai cittadini, per la scarsa loro partecipazione alla discussione dei gravi problemi che travagliano la città, per la scarsissima coscienza e conoscenza di questi problemi, per il rassegnato fatalismo con cui tradizionalmente si atteggiano di fronte alle questioni dell'avvenine, non sono certo senza colpe. E ci pare che siano responsabili di colpe particolarmente gravi quei rappresentanti della speculazione sulle aree fabbricabili che, in tutti i modi e con successo, hanno ostacolato i lavori p,er un piano che si oppone non alle costruzioni, ma all'aggravamento di una situazione di congestione non più tollerabile. Essi, sensibili solo al richiamo dei loro personali interessi, hanno tentato, con manovre più o meno nascoste, o scoperte, di aggirare le posizioni di coloro che si opponevano alla ripresa di un'attività edilizia caotica, indiscriminata, abnorme, che è la causa prima della congestione che travaglia Napoli. È vero che una parte dei costruttori e degli industriali, la più illuminata, ha condiviso le prospettive di sviluppo che si andavano delineando, ma anche costoro 82 Biblioteca Gino Bianco
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