La « conurbazione » napoletana relativo. È un incremento leggermente superiore a quello medio della provincia ( 16,34% ), ed indica una persistenza della tendenza alla concentrazione della popolazione della provincia. Infatti, il peso demografico relativo dell'area conurbata rispetto al complesso della provincia è, sia pure lievemente, ancora aumentato dal '51 al '61, essendo passato dal 69,8% al 70,43/6. Come vedremo meglio in seguito, il persistere di tale tendenza agglomerativa, tuttavia, non è tanto in1putabile alla forza attrattiva del capoluogo, quanto ad un'autonoma espansione della « frangia urbana ». 4. L'origine della co11urbazione. La conurbazione napoletana è un fenomeno di origine relativamente recente. Non c'è dubbio che la « Napoli borbonica o quella dei primi decenni dell'unità d'Italia fosse bensì - per le sue dimensioni demografiche, a voler tacere d'altro -, una grande città », ma essa non era affatto « il centro di un'area metropolitana così come lo è la Napoli di oggi» 21 • Eppure, non mancavano nell'area che oggi costituisce un solo compatto agglomerato, grossi borghi, notevoli per popolazione e per ampiezza. Come neppure si può dire che Napoli non esercitasse st1 quei centri la propria egemonia economica in modo pressoché esclusivo. Ma non se ne può parlare come di una sola omogenea realtà urbana; per due motivi: la distanza che ancora persisteva tra l'uno e l'altro di quei centri, e tra essi ed il capoluogo (e di distanza qui si parla non solo come numero di chilometri, ma anche e soprattutto come rapidità e frequenza di comunicazioni); la funzione agricola esercitata da quei comuni, per cui la condizione di area riservata di n1ercato dei prodotti industriali napoletani a cui soggiacevano, non impediva ad essi di possedere una certa autonomia e proprie, specifiche ragioni di vita. La diffusione dei moderni trasporti meccanici ed il parallelo sviluppo delle vie di comunicazione; l'industrializzazione di Napoli e la concomitante crisi dell'economia agricola della provincia, segnano il passaggio ad un nuovo tipo di relazioni tra Napoli ed il suo hinterland. Il retroterra di Napoli cessa di essere solo l' « area di mercato » del capoluogo per diventarne l' « area di espansione ». 11 reticolo di rapporti tra i comuni dell'area napoletana e Napoli diventa sempre più fitto; · ma meno che mai sono rapporti paritetici: al contrario, la dipendenza aumenta. Quella certa capacità contrattuale che veniva alla provincia dal suo ruolo di serbatoio di viveri del capoluogo, diminuisce a misura che peggiora la ragione di scambio dei prodotti agricoli. 21 G. GALASSO, Lo sviluppo demografico, in « Napoli dopo un secolo», E.S.I., p. 98. 67 Biblioteca Gino Bianco
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