Antonio Rao abbia conurbazione, una certa densità urbana è condizione necessaria ma non sufficiente. Occorre anche ritrovare,: risalendo all'origine della formazione della fascia urbanizzata, un certo sincronismo nell'espansione dei comuni originari, che abbia portato ad un avvicinamento reciproco dei centri fino alla loro fusione. Altrimenti, nel caso cioè del-- l'assorbimento da parte di un centro principale dei comuni minori limitrofi, si deve parlare di « agglomerazione » 15 • Naturalmente anche in questa interpretazione, come nel primitivo concetto « inglese » ha un peso notevole la considerazione dei rapporti funzionali tra i vari nuclei che costituiscono la conurbazione. È la comunanza di problemi, cioè, oltre che la vicinanza territoriale che qualifica un gruppo di comuni come una conurbazione. È evidente che la contiguità territoriale, il disordinato moltiplicarsi delle attività economiche, il caotico sviluppo edilizio rendono necessari, nell'ambito della conurbazione, un coordinamento, una organizzazione dei servizi, una disciplina urbanistica, che non possono essere realizzati dai tradizionali apparati amministrativi con gli arcaici strumenti di cui dispongono. « Et le besoin apparait souvent d'organismes intercommunaux ou supracommunaux pour résoudre les problèmes communs. Depuis 1920, la Ruhr avait du instituer une autorité groupant certains services administratifs. Et un peu partout on tend à créer des districts englobant les villes de la conurbation et munis de pouvoirs spéciaux » 16 • Nel corso di questo studio si farà riferimento all'ultima delle definizioni esaminate, a quella, cioè, che, pur considerando condizione indispensabile della conurbazione la continuità territoriale (o quasi) dei centri, si sofferma soprattutto sull'aspetto genetico del fenomeno. D'altro canto, se volessimo accogliere il significato « inglese » dell'espressione, non potremmo parlare a rigore di « conurbazione napoletana ». Infatti, al di fuori della fascia urbanizzata che si estende per circa quaranta chilometri lufl:go l'arco del golfo e per una quindicina nel retroterra, non è dato vedere centri in rapporto di completa interdipendenza con il capoluogo regionale. Ciò non solo per le ancor limitate dimensioni del campo di gravitazione economica di Napoli, ma anche per la sua posizione eccentrica nella regione e, fino a ieri, per la ir1sufficienza delle comunicazioni (si pensi ai rapporti con Salerno, prima del completamento dell'autostrada). Pertanto, l'analogia con le conurbazioni inglesi, del tipo, per esempio, di Manchester o di Londra, dalla configurazione radiale, simmetrica ed estremamente articolata, o anche come 64 15 Cfr. J. BEAUJEU - GARNIERe G. CHABOT, Traité de géographie urbaine, p. 23. 16 Op. cit., p. 240. Biblioteca Gino Bian·co
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