Nord e Sud - anno XII - n. 64 - aprile 1965

Giuseppe Sacco «intransigenti», pronti a servire, in nome della retorica 1nassimalistica, gli interessi del potere gollista. Se, stretto tra la lista frontista e quella dell'UNR, Defferre è riuscito - con una lista di centro-sinistra - a schiacciare gli avversari, ciò è dovuto anche al fatto che, a Marsiglia, la posizione di entrambi gli avversari aveva sfumature grottesche. Nella logica del grand dessin gollista era che, una volta estromessi dal gioco tutti i vecchi partiti, tranne il PCF, l'UNR potesse presentarsi all'elettorato come unica « diga» anticomunista, mentre ai comunisti il gioco conveniva a condizione di potersi presentare nella campagna come unica forza d'opposizione al gollismo. Ma se, a Marsiglia, la posizione dei comunisti diventava già più difficile, perché l'elettore non poteva capire perché mai il PCF, che dichiarava di voler battere in primo luogo l'UNR, si sforzasse di eliminare il principale avversario di de Gaulle, la posizione dei gollisti era addirittura insostenibile, specialmente dopo il primo turno, quando, essendo chiaro che non vi era alcuna speranza di una loro vittoria, essi rifiutavano di ritirare la loro lista dalla competizione, pur essendosi formalmente impegnati - per creare l'atmosfera del « muro contro muro», nella speranza di un « 18 aprile » gollista - a desistere dalla lotta ogni qual volta un'altra lista « nazionale » avesse più ampie probabilità di successo contro il « pericolo comunista ». E si percepisce appieno, a questo punto, quanto significativa sia la differenza tra il risultato delle elezioni cantonali del '64 e le elezioni municipali di quest'anno, e quanto rapida sia stata l'evoluzione della situazione francese in questi ultimi dodici mesi. Dalla semplice prova di capacità di sopravvivenza delle vecchie famiglie politiche, si è passati al riuscito esperimento di incontro e di lotta comune all'autoritarismo gollista; dal « sursaut de la bete à l'agonie », ad una prospettiva di collaborazione tra democratici riuniti, al di sopra dei pregiudizi e del reciproco sospetto, nella stessa formazione politica. Ed ancora una volta è stata la sinistra. democratica a pagare il massimo prezzo in termini di travagli e di lacerazioni nella ricerca della tattica e delle alleanze per la lotta con l'autoritarismo di destra. Anche i pochi casi di cooperazione con i comunisti, soprattutto nella banlieue di Parigi sono stati, in definitiva, fruttuosi di esperienza: l'esperienza della collaborazione con i comunisti nel momento in cui questi si sentono in posizione di forza. Al momento dell'accordo, valido per tutto il dipartimento della Senna, « Le Monde » commentava: « l'accordo dà prova di un'importante trasformazione di mentalità all'interno di entrambe le formazioni interessate. Per la prima volta, dalla fine della guerra, viene concluso un accordo di tipo frontista valido per l'insieme di un dipartimento ». Ma immediatamente sorgevano le prime difficoltà e, meno di un mese dopo, gli accordi frontisti erano falliti in sei degli otto comuni della banlieue parigina superiori ai trentamila abitanti, dove il sindaco è tradizionalmente un socialista. E non si creda che i socialisti non abbiano tentato in ogni maniera di trovare un accordo. Lo può ampiamente provare la vicenda del comune di Puteaux, il cui sindaco socialista uscente, George Dardel - che si è ripresentato, ed è stato rieletto 56 BibliotecaGino Bianco

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