Giornale a più voci Presidente a suffragio universale. Socialisti, radicali, MRP ed indipendenti, riuniti nel Cartel des Non, subivano allora una dura lezione da parte dell'elettorato, che aveva giustamente intèrpretato il loro atteggiamento come pregiudizialmente ostile, per timore di una diminuzione di piccole posizioni consolidate di potere, ad ogni sforzo di rinnovamento del sistema politico francese. Se oggi i partiti del centro possono registrare un notevole successo è perché, in ciascuno dei vecchi partiti, almeno una parte degli uomini di punta, sono venuti, dal 1962 in poi, prendendo coscienza dell'irreversibilità delle trasformazioni prodottesi nella struttura costituzionale e nella realtà politica della Francia dal 1958 ad oggi, nonché del rinnovamento ideologico e della modernizzazione strutturale che i vieux partis del centro e della sinistra democratica debbono inevitabilmente accettare se vogliono sopravvivere ed efficacemente opporsi al « gollismo post-gollista» che Roger Frey, e gli uomini della cinquième in genere, stanno preparando. Il punto più importante di questo processo di chiarificazione ideologica è senza dubbio l'accettazione dell'elezione del Presidente a suffragio universale, da cui può prendere l'avvio un ripensamento totale delle strutture istituzionali della Francia, in modo da restituire al Parlamento il suo ruolo e da ristabilire l'equilibrio tra i poteri; ma non meno impo,rtante è il superamento, da parte delle tradizionali forze del centro e della sinistra democratica, di so1spetti e pregiudizi reciproci, antichi e profondamente radicati in ciascuno di essi. Le esitazioni del Mouvement Républicain Populaire ad avvicinarsi ai socialisti, l'attrazione che la destra esercita sugli indipendenti, il fascino che hanno sui socialisti le posizioni apparentemente intransigenti e rivoluzionarie, hanno a lungo ritardato la nascita del « partito democratico », ed hanno, fatto sì che gli uomini che nei vieux partis si battevano per provocare cambiamenti profondi si incontrassero attorno alla candidatura di un uomo, come Defferre, più noto come sindaco che come leader di partito. Non a caso, Roger Frey, l'uomo che più attivamente, nell'UNR, si sforza di costruire l'après-gaullisme, aveva concentrato contro Gaston Defferre il massimo sforzo. Per di più, l'esempio dato dal sindaco di Marsiglia, rifiutando ogni accordo con i comunisti, sul piano nazionale come st1 quello locale, rischiava, come in effetti si è verificato, di far fallire il ricatto che il potere gollista aveva posto, con la nuova legge elettorale, ai vecchi partiti. È indubbio che la durezza delle condizioni poste dall'UNR e dai comunisti, che avevano forse anch'essi sottovalutato la resistenza delle fedeltà politiche tradizionali, hanno contribuito a determinare la convergenza sul centro. dei partiti democratici. Ma, a Marsiglia, per i gollisti come per i comunisti, la posta in gioco era di estrema importanza. Abbattere il più pericoloso avversario del gollismo post-gollista avrebbe significato per i comunisti sgo,mbrare la via al monopolio dell'opposizione; e mai come a Marsiglia la loro azione è apparsa concertata con quella del Ministro dell'Interno; e favorevoli sono apparse le condizioni fatte dai comunisti ai transfughi della SFIO, nella cui federazione delle Bouche-du-Rhone non è stato difficile trovare degli 55 Bibli.otecaGino Bianco
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