Nord e Sud - anno XII - n. 64 - aprile 1965

Giornale a più voci con·dannata a concludersi con il disfacimento e la scomparsa dei partiti tradizionali, dimostratisi incapaci di reagire agli avvenimenti che avevano portato all'avvento del gollismo, e di rinnovarsi. Il problema dell'après-gaullisme appariva allora tutt'altro che definito o risolto; al contrario, ciò che caratterizzava le prospettive future della lotta politica in Francia era, in quel momento, la più gra11de incertezza, l'unico dato chiaro ed incontrovertibile essendo l'ostinata decisione dei gollisti di perpetuare, al di là del generale, il proprio controllo sul potere statale. È in questa prospettiva che si spiegano le origini di quello che è stato chiamato il grand dessin di Roger Frey, vale a dire dell'uomo che è venuto negli ultimi tempi emergendo sempre più chiaran1ente come « la tete de l'UNR ». La leg,ge elettorale era destinata a costringere le forze politiche tradizionali a trasformazioni profonde e a scelte di grande momento: una legge elettorale maggioritaria che costringe ogni altra forza a scegliere tra l'alleanza col PCF e quella con l'UNR, e che sembra prefigurare il sistema con cui si voterà in occasione delle prossime elezioni legislative. Lo scrutinio a liste bloccate, accompagnato dal divieto di fondere le liste, o di presentarne di nuove, nella settimana che intercorre tra i due turni, equivale, infatti, alla pratica abolizione del primo turno, la cui utilità consisteva, sino ad oggi, nel permettere ai diversi partiti di misurare le proprie forze, prima di spartirsi i posti in lista. Fatto divieto alle fusioni di liste tra i due turni, i parti ti sono costretti a trovare un accordo prima di ogni verifica po,polare delle forze rispettive. Non a torto si è rilevato come il nuovo meccanismo elettorale tenda a trasformare ogni consultazione in plebiscito, in voto di mera registrazione di una scelta già fatta dall'alto. Nelle intenzioni del Ministro degli Interni, la nuova legge elettorale doveva creare una situazione in cui nessuna forza democratica avrebbe avuto altra scelta che non fosse quella di entrare a far parte, alle condizioni che più fossero piaciute al partito gollista, di grandi coalizioni di centro-destra guidate dall'UNR. L'altra possibilità era quella di un'alleanza col PCF, naturalmente alle condizioni dettate da quest'ultimo, le cui pretese il meccanismo elettorale escogitato da Roger Frey non poteva non rendere più pesanti e difficilmente accettabili. E si vede qui fino a che punto il grand dessin gollista fosse contraddittorio, perché fondato sul presupposto che, unicamente per salvare le posizioni locali, e indifferenti alle tradizionali fedeltà politiche, i gruppi, le famiglie e le consorterie di potere non avrebbero esitato a .schierarsi nelle formazioni « apolitiche » dietro le quali l'UNR tendeva a mascherarsi. Ma, « apolitica » sul piano comunale, l'azione gollista perseguiva, sul piano nazionale, un disegno squisitamente politico: l'eliminazione delle tradizionali famiglie politiche della provincia francese, le cui radici sono ancora troppo profonde nella tradizione e nel sentimento locale, perché il riflesso « apolitico» non finisse per giocare contro il tentativo dell'Union pour la Nouvelle République di metter radici a livello locale. Proprio perché gruppi di potere 53 Bibli.otecaGino Bianco

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