Giorgio Granata agronomici, invadendo il campo altrui, d'altro lato l'apporto del geografo è indispensabile per quanto riguarda una cartografia razionale ed economica dei terreni, per i progetti di organizzazione territoriale, per la lotta contro le erosioni. Si tratta di una feconda collaborazione della geografia con le altre singolari discipline, ma di una collaborazione - su questo concetto Tricart ha insistito in numerosi suoi scritti, e viene adesso ripetendo le sue opinioni a noi - nella quale le varie discipline obbediscono alle loro particolari ottiche, limitate e circoscritte, senza proporsi di ravvisare le reciproche connessioni, mentre alla geografia tocca il compito della sintesi. La geo-grafi.a, insomma, si collocherebbe come una specie di scienza prima, o - il cl1e poi è la stessa cosa - di scienza ultima, definitiva e conclusiva. Tale interpretazione ha dato luogo, come è noto, a numerose polemiche, che andiamo adesso ripetendo a Tricart, e che il Direttore del Centro di Strasburgo controbbatte vigorosamente. Gli esempi, a conferma della tesi di Tricart, non mancano; e il nostro interlocutore li viene partitamente enumerando. Così, nel Venezuela, tra Truijllo e Bocono, sul bordo delle Ande, è stata costruita una nuova strada, sui fianchi delle montagne, fra le piantagioni di caffè, che ha avuto l'inconveniente, tuttavia, di essere stata progettata unicamente dagli ingegneri, i quali possono oggi rovesciare la natura, ma, abbandonati a loro stessi, senza la collaborazione dei geografi, sono in grado di produrre guai a non dire. Nel caso della strada andina non si è tenuto co11to, infatti, della natura dei terreni e di altri fattori, e si è edificata, con enorme dispendio di denaro, una via di comunicazione franosa, che ha messo in pericolo la sottostante vallata. Analogo errore è stato commesso con l'autostrada di Salvador, nel Brasile, che ha arrecato danno ai, luoghi, e creato delle zone paludose, con pericolo di malaria e di altre malattie endemiche tropicali ai confini della città. Altre volte si tratta di opere d'arte male adattate all'ambiente geografico; di sfruttamento di miniere che hanno distrutto il potenziale agricolo; e, persino, di ricostituzioni di parcelle, che hanno avuto quale conseguenza di provocare un'erosione dei suoli. Nei casi positivi - invece - dove si è sollecitata la collaborazione della geografia, i risultati sono stati soddisfacenti. Nel Senegal, per esempio, il Centro di Strasburgo ha compreso che in certe zone la grande cultura meccanizzata rappresentava la migliore soluzione, perché si poteva disporre di un proletariato fluttuante, scarsamente impiegato, disposto a costituire una utile manovalanza, mentre altrove una opportuna riforma fondiaria doveva precedere le opere irrigue, sotto pena, altrimenti, di giovare soltanto ad alcune ricche famiglie e di scatenare una crisi sociale. Nel Togo, poi, « noi altri abbiamo suggerito alcune soluzioni allo scopo di risolvere il grave problema rappresentato dalla insufficienza di unità economica tra il Nord ed il Sud di quello Stato, e l'evoluzione divergente di quelle due regioni, che minaccia l'indipendenza del paese». Ma quanto importa notare è che in Francia il Ministero dell'agricoltura si serve in permanenza del Centro per consigli sui problemi dell'aménagement 50 BibliotecaGino Bianco
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