Nord e Sud - anno XII - n. 64 - aprile 1965

Giornale a più voci zione, per l'effettività dei suoi malcerti poteri di controllo sulle holdings pubbliche. Al contrario, un parlamento che chieda di perseguire un proprio programma legislativo, in concorrenza con quello del governo; un parlamento che pretenda inserirsi in procedimenti tipicamente amministrativi (è di ieri la richiesta comunista al Senato di inserire nel procedimento precedente l'assegnazione dei fondi IMI per le piccole e medie industrie, il parere obbligatorio delle Commissioni parlamentari bilancio); un tale parlamento si condanna alla sterilità massimalista. In conclusione: il processo di assestamento istituzionale in atto è estremamente complesso e delicato, rappresentando lo sbocco di diciassette anni di esperienza costituzionale, spesso contraddittoria e falsata; coglierne solo alcuni aspetti, come quello, pur essenziale, della mancata razionalizzazione del potere partitico, per giungere alla diagnosi di « crisi di regime», ricorrente ad esempio sulle colonne del « Corriere della sera», significherebbe, a nostro avviso, assumere una posizione assolutamente negativa, rispetto ad una realtà giuridica in fase di difficoltosa evoluzione e che proprio perciò non può essere respinta in toto, ma interpretata e chiarita nei suoi elementi fondamentali. Molti dei quali, come si è visto, si pongono in una linea di rammodernamento e di rafforzamento delle istituzioni repubblicane. FRANCESCO OTTOMANO Esperienze di geografia applicata Tra i nuovi centri europei di una cultura davvero moderna, cioè a dire avvertita di quanto avviene intorno a noi e proiettata verso l'avvenire, il Centre de géographie appliquée dell'Università di Strasburgo - fondato nel 1956 - ci era sempre apparso come uno dei più interessanti. Ne abbiamo avuto la conferma attraverso una visita a quell'Istituto, e un colloquio con il suo direttore J ean Tricart. Tricart - che è stato allievo di alcu11i tra i più ragguardevoli geografi d'oltralpe, quali de Martonne, Demangeon, Cholley, poi assistente alla Sorbona, e, infine, professore dal 1948 a Strasburgo - non nutre alcun dubbio sul fatto che la geografia è anche e soprattutto umana, e non solo e non tanto. fisica. La « bella natura», che siamo soliti contemplare con animo fervido e commosso, gli alberi, i vigneti, i prati, che si dispiegano dinanzi ai nostri occhi, sono opera e frutto della invenzione dell'uomo; l'ambiente entro il quale viviamo, all'interno e fuori delle mure cittadine, è un prodotto schiettamente « artificiale», risultato e conseguenza di feconde fatiche e di laboriose trasformazioni; i paesaggi, inviolati e incorrotti, affatto naturali, sono retaggio ormai di plaghe remote in via di progressiva diminuzione, o, 47 BibliotecaGino Bianco

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