Nord e Sud - anno XII - n. 64 - aprile 1965

Ernesto Mazzetti mente dal Parlamento, la parte che si riferisce al finanziamento della scuola e dell'università; richiesta discutibile, in quanto è: assurdo stanziare fondi per una riforma, senza decidere contemporaneamente che cosa riformare e in che modo. E sarebbe stata sempre una conseguenza di queste prese di posizione dei socialisti (ed anche dei repubblicani) la costituzione del Comitato di ministri ed esperti, il quale, nel mome11to in cui questa rivista va in macchina, è appunto impegnato nella discussione dei disegni presentati da Gui. Sì che è lecito sperare che tali disegni giungano in Parlamento con una fisionomia più soddisfacente di quella rivelata dall'o,riginario Piano del Ministra della P .I. Nella misura in cui il ritardo causato dalle prese di posizione dei socialisti potrà portare miglioramenti ai provvedimenti ispirati al Piano Gui, e renderli più coerenti con le tesi della relazione Ermini, esso sarà senza dubbio un ritardo positivo. Ma occorre anche sottolineare che l' attesa delle leggi di riforma non può durare ancora a lungo; tanto più che a giugno verrà a cessare l'efficacia dei precedenti provvedimenti finanziari a favore dell'università, e tutto il sistema d'istruzione superiore italiano rischia di restare privo di mezzi. Tale attesa, inoltre, per rivelarsi davvero proficua, dovrebbe servire a far maturare tanto nei responsabili politici della gestione del sistema d'istruzione superiore, quanto nei cattedratici (e vale la pena di ricordare, al riguardo·, che l'on. Gui è chiamato ad un duplice impegno, in quanto politico ed in quanto uomo di scuola) il convincimento ch'è trascorso ormai il tempo dei palliativi, del1e riforme che non riformano nulla; e che è nell'interesse di tutti, ed in particolare della società italiana di domani, passare alla fase se non della terapia d'urto, almeno delle cure intensive, delle riforme che innovano nella sostanza. Naturalmente, tale maturazione potrà essere agevolata dalla decisa azione di quelle forze e di quelle correnti che, nel composito schieramento governativo, occupano i settori più avanzati o più consapevoli dell'esigenza di rammodernamento ch'è viva in tutta il paese, ma ch'è particolarmente avvertita negli organismi di formazione culturale e professionale. Molte erano le speranze suscitate dall'avvento del centrosinistra. Qualcuna è andata o potrà andare delusa. Ma non può e non deve andare delusa la speranza di un efficace rammodernamento delle strutture universitarie. Quando anche il « Corriere della Sera», pur tra molti distinguo e inviti alla cautela, afferma che « l'università va riformata proprio nel senso invocato; deve godere più autonomia, deve instaurare forme di vita più aperte e democratiche ... », non resta alcun dubbio che, tra le condizioni fondamentali perché il centrosinistra si riveli una scelta caratterizzante della vita itali~na degli anni 60, è appunto la riforma universitaria. Attuandola, e fino in fondo, la nuova n1aggioranza soddisferà ad una esigenza primaria di sviluppo civile, culturale, economico; e questa sarà la più efficace risposta ai tentativi di strumentalizzazione della « questione universitaria», da qualsiasi parte essi vengano. ERNESTO MAZZETTI 42 BibliotecaGino Bianco

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