Nord e Sud - anno XII - n. 64 - aprile 1965

.. Giornale a più voci poiché una delle più grosse questioni oggi sul tappeto è la diversa ripartizione del potere e delle mansioni tra le categorie universitarie. Di questa rottura del fronte universitario, c'è, però, da rammaricarsi. Ci pare, infatti, che, al di là di un conflitto d'interessi, che pur riveste la sua importanza - si pensi al full time, alla richiesta di revisione del sistema che attualmente regola i concorsi per l'assegnazione delle cattedre, alla richiesta di più equi criteri di ripartizione, tra cattedratici, assistenti e aiuti, dei provventi che derivano agli istituti (specie delle facoltà di ingegneria e medicina) dall'attività svolta per i privati -, al di là di ogni conflitto, una certa unità d'intenti e d'azione tra i cattedratici e le altre categorie universitarie potrebbe, comunque, essere ristabilita. Noi, infatti, pensiamo, o c'illudiamo, che alla maggioranza dei docenti di ruolo stia a cuore non meno che ai docenti incaricati, agli assistenti e agli studenti, il rinno,:amento dell'università; e che tutti i cattedratici siano convinti che taìe rinnovamento, - cui dovrebbe corrispondere un più proficuo andamento degli studi e delle ricerche, una più abbondante e qualificata « produzione » <li laureati, un lavoro più soddisfacente e meglio remunerato per tutti, un più largo accesso agli atenei dei giovani delle classi meno abbienti, - sia non già una esigenza dell'una o dell'altra categoria universitaria, ma piuttosto una esigenza di tutta la società. E del pari pensiamo, o c'illudiamo, che la maggioranza dei cattedratici sopporti molto a malincuore l'attività ritardatrice e dilatoria dispiegata contro ogni riforma sostanziale da quella minoranza della loro categoria - che, però, attualmente sembra condizionare l'attività di tutta la categoria - più legata a interessi economici o di potere, o animata da premesse ideologiche conservatrici, onde è restia ad accettare che l'istruzione superiore venga riguardata come un fenomeno di massa, qual'è, e non più come un privilegio d'élite. Una categoria come quella dei cattedratici, che dovrebbe ess'ere una categoria di punta tra tutte quelle che concorrono alla formazione della pubblica opinione, non può non avvedersi che è nelle università che si gioca il futuro della società italiana. Dimensioni e livello tecnologico dell'apparato produttivo, efficienza dell'apparato burocratico, funzionalità del sistema scolastico dipenderanno sempre più dal livello a cui si riuscirà a portare il lavoro di · ricerca e di preparazione dei quadri che si svolge nelle università. E non può la categoria dei cattedratici, così come non lo può la classe politica, ed in particolare i gruppi politici che sostengono la linea di centrosinistra, non rendersi conto che gli strumenti più efficaci per questo innalzamento di livello del lavoro che si svolge nelle università non li identifica il Piano che reca il nome del Ministro Gui, bensì - put con i suoi difetti - la relazione della Commissione d'indagine. Né possono, infine, cattedratici e politici non rendersi conto che sono nel vero assistenti, incaricati e studenti, quando affermano che disegni di legge modellati sulle linee del Piano Gui, invece che su quelle della relazione della Commissione d'indagine, se tradotti davvero in leggi, recheranno più danni che benefici all'università, almeno nella misura in cui procrastineranno l'attuazione di una riforma organica e sostanzialmente innovatrice. 39 BibliotecaGino Bianco

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