GIORNALE A PIU' VOCI La questione universitaria Ammaestrato dall'esperienza di Palermo, dove s'era recato per l'inaugurazione dell'anno accademico dell'Università e dove il suo arrivo fu salutato dai fischi degli studenti, il Ministro della Pubblica Istruzione, on. Luigi Gui, non ha p_resenziato all'inaugurazione del nuovo Politecnico dell'Università di Napoli. Decisione presaga, la sua, ché anche stavolta i fischi non sono mancati, avendo, però, a destinatarie le sole autorità locali. Tant'era, infatti, il malu1nore diffuso negli ambienti studenteschi (e non solo studenteschi, essendo siffatto stato d'animo del tutto condiviso dagli assistenti e dai professori incaricati), che ogni rappresentante del potere, governativo o accademico che fosse, veniva coinvolto nella medesima, fragorosa manifestazio·ne di dissenso riservata, in origine, all'autore del progetto di riforma; e cioè al Ministro Gui. D'altronde, sarebbe ingenuo ritenere che solo a quest'ultimo debbano attribuirsi le tesi esposte nel nuovo Piano della Scuola e, soprattutto, quell'atteggiamento cauto, dilatorio, elusivo, che a parere della maggioranza della popolazione universitaria caratterizza il Piano, e non già anche a tutta una vasta corrente di esponenti politici ed universitari, quella corrente che ha, appunto, nei confronti dei problemi della scuola, e dell'istruzione superiore in specie, un atteggiamento cauto, dilatorio, elusivo. Sì che si potrebbe - ponendosi dal punto di vista degli studenti - arguire che i fischi napoletani conservassero, in definitiva, tutto il loro significato pur in assenza del Ministro della P.I.; e che essi, per quanto plateali, non fossero, certamente, una mera intemperanza goliardica. Le dimostrazioni di Napoli e Palermo, che erano state precedute da altre e non meno clamorose dimostrazioni - occupazioni di Facoltà, cortei, dibattiti e astensioni dalle lezioni a Ro1na, Pisa, Catania, Firenze, Napoli, Padova, Milano, Trieste, Venezia ecc. - sono state seguite degli « scioperi» nazionali indetti dalle organizzazioni degli studenti, assistenti e professori incaricati (UNURI, ANAU e ANPUI), tra la fine di marzo e i primi di aprile. E sono state proprio queste ultime manifestazioni, compatte e decise, a sollecitare in una con le prime riunioni del Comitato interministeriale per i problemi della scuola, una ripresa dell'interesse di tutta la stampa d'informazione italiana verso la « questione universitaria». I termini di tale « questione » sono stati esposti su questa rivista già due · mesi or sono (Gianni Statera, La riforma dorotea, « Nord e Sud», n. 61, gennaio '65); ed è, quindi, il caso di accennarvi appena. Nasce, la questione universitaria, dal permanere negli atenei di disfunzioni e strozzature, di condizioni, cioè, che impediscono di adeguare il nostro sistema d'istruzione superiore alle trasformazioni in atto o prevedibili della società italiana, e che, se non rimosse in tempo, impediranno al sistema stesso di soddisfare quei compiti relativi alla formazione di nuovi quadri per la ricerca, per le profes37 Bibli.otecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==