Nord e Sud - anno XII - n. 64 - aprile 1965

Note della Redazione gionali di questa politica; e per poter contare su uno stato maggiore di quadri non solo genericamente competenti, ma anche e soprattutto convinti delle virtù di una moderna politica di sviluppo industriale, condotta con grande serietà di intenti e con criteri di rottura rispetto alle strutture sociali e soprattutto mentali sulle quali poggia ancora l'antica immobilità del Mezzogiorno, caratterizzata sempre dalle sue componenti borboniche e qualunquiste. E molte volte abbiamo espresso la nostra indignazione per il fatto che, a presiedere un istituto come il Banco di Napoli, fosse stato chianiato, in uno dei momenti più grigi della politica centrista, il più togato qualunquista che fosse possibile reperire sul mercato degli uomini politici rimasti trombati: il prof. Corbino, che aveva sempre fatto aperta prof essione di scetticismo nei confronti delle possibilità di industrializzare il Mezzogior1L}. Poi, quando la politica di centro-sinistra ha preso forma e sostanza, proprio il Presidente del Banco di Napoli è diventato uno dei più eccitati seminatori di allarmismi: manifestando - come era suo diritto - un radicale dissenso nei confronti dei nuovi programmi di governo, ma guardandosi bene dal presentare - come era suo dovere - le dimissioni da Presidente del Banco. Ora finalmente l'on. Corbino è stato congedato (meglio tardi che mai); e a sostituirlo è stato chiamato Stanislao Fusco, che da anni era Direttore generale del Banco. La promozione di Fusco da Direttore generale a Presidente sembra dettata dall'esigenza di voler fornire anche una indicazione di continuità nel momento in cui l'accento, per quanto riguarda le vicende degli istituti periferici della politica meridionalista, ed il Banco di Napoli in particolare, dovrà essere risolutamente spostato sulla novità. E se una indicazione di continuità doveva essere data, è stato saggio darla a livello tecnico e , non a livello politico. Del resto, fra i meriti di Fusco, si potrebbe anche iscrivere il fatto che egli, in tanti a11ni di permanenza alla Direzione generale del Banco, ha sempre evitato, tutte le volte che ha potuto, di mettersi in evidenza nella squallida vetrina del vecchio establishment napoletano. Per tutti coloro, e a Napoli abbondano, che hanno paura delle novità, c'è, dunque, la Presidenza di Fusco: il quale, dalla sua nuova posizione, ce lo auguriamo sinceran1ente, saprà intonarsi al nuovo clima politico e civile, e alle esigenze di smantellamento della gerontocrazia napoletana, che sono il clima e le esigenze da cui dipende se il processo di decadenza della metropoli campana potrà essere arrestato; il clima e le esigenze di una Napoli per le cui sorti future è necessario che al più presto sia liqitidato tutto ciò che resta della Napoli di Lauro e di Corbino. Quali allora le novità della sistemazione che finalmente si è data alla precaria e decadente situazione del Banco di Napoli? Una vicepresidenza socialista nella persona di Laviano: anche questa una scelta esemplare, per la quale ci congratulianio con i dirigenti napoletani del PSI. È significativo, anzi, che a questa scelta si sia pervenuti dopo aver dovuto superare qualche difficoltà, suscitata da ambienti della destra democristiana: i quali si erano mossi per far presente - ai membri del Governo, responsabili in definitiva 34 BibliotecaGino Bianco

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