FRANCO MANCINI SCENOGRAFIA NAPOLETANA ' DELL'ETA BAROCCA Questo studio, che affronta uno degli aspetti più v1v1 per quanto meno noti delle arti figurative a Napoli, viene a colJ;I1are una grossa lacuna. Si può facilmente constatare, infatti, come si sia sempre trascurato il fondamentale capitolo dell'allestitnento scenico benché, fin dagli inizi del secolo, la luminosa tradizione teatrale e musicale di questa città, sia stata oggetto dell'attenzione di un folto ed agguerrito gruppo di studiosi, tra i quali basterà citare i nomi di Croce, del Di Giacomo, dello Scherillo, del Prota-Giurleo. L'indagine svolta dal Mancini sulla scorta di notizie e documenti nella massima parte inediti, non rimane però circoscritta nell'angusto ambito della storia locale. E questo non solo perché gli scenografi chiamati nei teatri partenopei furono sen1pre artisti ,settentrionali di indiscussa fama: Francesco, Ferdinando e Carlo Bibiena, Pietro Righini, Vincenzo Re, Antonio Joli, Domenico Chelli; quanto anche perché l'opera svolta da costoro, con il valido appoggio di un folto stuolo di artisti indigeni di varia levatura, è sempre inserita dall' A. nella più vasta trama della scenografia italiana che, con1e è noto, imperava sui palcoscenici di tutta Europa. A proposito degli artisti locali, di particolare in.teresse risulta l'eccezionale complesso di disegni del Vanvitelli, la cui attività in veste di scenografo viene qui per la pri1na volta rivelata ed esaminata, accanto al singolare contributo offerto da un gruppo di scenografi autenticamente napoletani: Giuseppe ed Antonio Baldi, f rancesco e Paolo Saracino, Luigi Grassi. Operando nell'an1bito dell'Opera b1:1ffa,questi diedero vita ad un filone che per spontaneità e spirito realistico può ben definirsi come uno dei più singolari ed originali della scenografia settecentesca. ------- un volume legato in mezza tela, sopracoperta plastificata, pp. 260, 93 illustrazioni nel testo - L. 6.000. ---------- ESI - EDIZIONI SCIENTIFICHE ITALIAL'JE·s.p.A. - Via dei Mille, 47 - Napoli Biblioteca Gino Bianco
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