Nord e Sud - anno XII - n. 64 - aprile 1965

Vittor Ivo Comparato - Alfonso Scirocco di non aver saputo porre un freno ai privilegi e all'ottusità dei « galantuomini » conservatori. La pura e semplice repressione accentuò il distacco delle masse contadine dallo stato, inaugurò un sistema di poliziesco disprezzo per le garanzie civili, e abituò le classi dirigenti meridionali a vedere nel nuovo ordine unitario solo un mezzo per tenere a freno le aspirazioni sociali delineatesi nel primo decennio. Ma se queste furono le conseguenze dell'azione combinata del brigantaggio e della repressione, non sembra che se ne possa inferire una colpa storica dei soli moderati, poiché nesstm movimento, politico poteva prescindere dal preliminare contenimento del fenomeno, né è pensabile che una politica di lavori pubblici, o di appoggio alla borghesia agraria, avrebbe potuto, di un tratto, sanare la p,rofonda ingit1stizia dell'assetto sociale meridionale. Le conclusioni del Molfese si presentano così più decise di quanto il materiale a sua disposizione non consentisse. Si fa sentire la mancanza di un nesso più articolato con le condizioni pre-unitarie, n1entre un'analisi più approfondita dei rapporti agrari avrebbe potuto eliminare qualche incertezza di giudizio sul comportamento dei proprietari ai vari livelli. Infine, Futile e documentato libro del Molfese non risolve il dub,bio sulla reale sussistenza di una borghesia agraria avanzata, o in generale, di una forza democratica rilevante e consapevole nel Mezzogiorno. Appare invece più credibile la corresponsabilità di tutta la classe dirigente meridionale nella tragedia del primo decennio: i democratici facendo prevalere sui problemi sociali il programma unitario per Roma e per \lenezia; i moderati chiudendosi nell'ostinata conservazione dell'ordine di cose esistente. , VITTOR Ivo COMPARATO Uomini e cose del vecchio regno I Borboni di Napoli ed i loro tempi: con questo titolo la E.S.I. ha presentato al vasto pubblico che si interessa di storia napoletana le memorie di un contemporaneo sul regno di Ferdinando IV (poi I) e di Francesco I. L'autore è un nobile siciliano, Michele Palmieri di Miccichè: costretto all'esilio dopo i moti del 1820, il Palmieri pubblicò a Parigi, in francese, dei ricordi sulla vita siciliana e napoletana tra la fine del Settecento ed i primi decenni dell'Ottocento. Le opere del Palmieri, non tradotte in italiano e difficilmente rintracciabili nell'edizione originale, sono state utilizzate dagli studiosi, ma non hanno avuto la diffusione che pur n1eritavano per la varietà e la piacevolezza della narrazione, tenuta quasi sempre sul tono della chiacchierata di salotto. Proprio per estenderne la conoscenza oltre la ristretta cerchia degli specialisti, Umberto Caldora ha pub,blicato i brani più interessanti delle due 122 Bi liotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==