Vittor Ivo Comparato però, la necessità di p,rendere in considerazio~e il fenomeno singolarmente e di operare una revisione critica degli studi, ormai invecchiati, sui quali erano basate le nostre conoscenze. A questa auspicata, ampia indagine sul brigantaggio post-unitario provvede ora l'organico libro di Franco Molfese (Storia del brigantaggio dopo l'unità, Milano, Feltrinelli, 1964, pp. 507, L. 6000), il quale ha potuto mettere a frutto la sua scoperta dei documenti segreti della Commissione d'inchiesta sul brigantaggio. L'Autore si è proposto tre ordini fondamentali dì ricerca: l'analisi delle << reazioni» contadine tra il 1860 e il 1861; le conseguenze dello scioglimento dell'esercito garibaldino; la politica dei moderati nel Mezzogiorno. Per il resto il libro presenta la fondamentale divisione cronologica tra « il grande brigantaggio» (1860-61) e la « liquidazio11e del brigantaggio» (1862-70). In quest'ambito, poi, spiccano ulteriori partizioni tematiche e cronologicl1e che nel complesso organizzano efficacemente l'esposizione della materia. Prima ancora dell'assedio di Gaeta, in dipendenza della riorganizzazione dell'esercito borbo~ico e per impulso dei distacca1nenti legittimisti, alcuni paesi avevano alzato la ban,diera dell'insurrezione contro la classe dei « galantuomini» liberali, e anche in occasione dei plebisciti la compagine unitaria aveva mostrato delle incrinature p-ericolose. Erano gli inizi di un fenomeno in cui il Molfese già intravede, al di là della o,ccasionale adesione al programma legittimista, l'espressione di una scontentezza propria delle masse ·contadine. « La confusa ma radicata ' ideologia ' contadina - in parte fondata sulla difesa di immediati interessi economici, in parte motivata dall'aspirazione al ripristino di taluni assetti della proprietà terriera superati dallo sviluppo, sociale, in parte, infine, dettata dai rancori pro,vocati da secolari soprusi ed ingiustizie - si arricchisce di motivi genericamente 'politici'. Si consolida in tal modo tra le masse, quel diffuso stato d'animo di resistenza e di avversione al nuovo regime unitario, che costituirà il fondamento psicolo·gico di massa della com,battività e della violenza delle successive ' reazioni', del conseguente sviluppo della protesta armata e del brigantaggio» (p. 15). Con il che si è già inserito, nella distinzione tra moderati, democratici e legittimisti, un qµarto termine che si imporrà alle forze politiche locali e nazionali. Le più gravi conseguenze nei confronti del sorgente brigantaggio il Molfese connette allo scioglimento dell'esercito garibaldino (già oggetto di un pregevole studio dell'Autore), che costituisce un po' la sua chiave di volta per l'interpretazione del periodo. Il governo di Cavour realizzava, infatti, il primo atto concreto della politica anti-democratica che i moderati si apprestavano a condurre nel Mezzo,giorno. Lo scioglimento, sostiene il Molfese, era indubbiamente un successo politico dei moderati; senonché, tenentdo conto del profilarsi delle « reazioni » contadine, fu un grave errore il liquidare una forza fermamente contraria alla rivolta delle campagne. Si determinò, in tal modo, « la creazione, sul terreno militare, di un 'vuoto' di forze repressive», mentre, « sul terreno politico, jl rifiuto dei moderati di accettare una collaborazione politica e militare, sospinse ad una opposizion,e irridu118 Biblioteca Gino Bianco
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