Nord e Sud - anno XII - n. 64 - aprile 1965

RECENSIONI L' antologia che mancava Le J>dgine dei viaggiatori stranieri - mentre hanno sempre destato interesse negli uomini di cultura che vi hanno spigolato secondo i loro bisogni ed i loro gusti - hanno avuto, altresì, costante fortuna presso un pubblico più largo e meno esigente, pago appena di rievocazioni e di curiosità del passato. Da questo interesse e da questa fortuna traggono origine - con più frequenza negli ultimi tempi - traduzioni e saggi sull'argomento. Ma, a dire il vero, tale produzione, sebbene copiosa, offre ben poco di pregevole e, d'altronde, resta tutta nei limiti della sua naturale frammentarietà. Sicché, per quanto la si voglia mettere insieme, non è possibile cogliere un panorama sodisfacente - e tanto meno una puntuale interpretazione - delle impressioni, dei giudizi, delle suggestioni di quanti, per un motivo o per l'altro, furono spinti a percorrere, tutto o in parte, il Mezzogiorno d'Italia. La raccolta curata da Atanasio Mozzillo (Viaggiatori stranieri nel Sud; Milano, Edizioni di Comunità, 1964 ), in magnifica veste editoriale, colma finalmente appieno questa lacuna. Mozzillo ha stralciato pagine significative - vere e proprie « testimonianze » - degli autori più interessanti, più noti o meno noti, sì da comprendere una varia gamma di viaggiatori, da H. Swinbume - più attento alla vita sociale - a N. Douglas; dal napoleonico Courier al garibaldino Du Camp, dall'archeologo Lenormant allo storico Goyau: uomini di diverse nazionalità, di differente preparazione culturale, con varie aspettative e diverso stato d'animo, che videro il Sud in un arco di tempo che va dal regno di Carlo III di Borbone alla vigilia dell'ultimo conflitto. E tutte queste pagine egli ha ricomposto, con mano esperta, in un nuovo e coordinato contesto, che si articola in cinque parti (Gli incanti, Le strade, I briganti, I paesi e La terra). Proprio tale ingegnosa e funzionale architettura - che prescinde dai valori estetici e dai termini cronologici delle opere straniere - ci consente di conoscere ed approfondire, anche con impliciti raffronti, le componenti di maggiore rilievo di tutta ,questa suggestiva ma importante letteratura; e, soprattutto, di scoprirvi un interesse nuovo di « verità » meridionali che sfugge ad una sommaria lettura, offuscata· da canovacci più appariscenti o dalle distaccate descrizioni o dai virtuosismi letterari. Mozzillo, inoltre, vi ha aggiunto una densa introduzione, evidente frutto di attento studio, ed un'utilissima nota biobibliografica, la quale però ci appare in qualche parte un po' troppo concisa, almeno al metro dello scrupolo lodevolissimo che caratterizza tutta l'opera. La scelta dei testi è stata fatta con intelligenza e con gusto, per cui 108 Biblio eca Gino Bianco

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