Nord e Sud - anno XII - n. 63 - marzo 1965

Attività ed insediamenti della popolazione campana del Napoletano, stabilizzata su bassi incrementi naturali; 3) quelle, assai simili fra loro, di Caserta e di Salerno, che sembravano dover seguire, sia pure con una certa sfasatura, la sorte dell'Irpinia e del Sannio, e che invece negli ultimi anni sono diventate centri di attrazione della popolazione e centri di irradiazione degli insediamenti. La tendenza alla stabilizzazione - ancora incipiente - i11questi comuni ha un significato diverso dell'analoga tendenza - quasi del tutto realizzata - del capoluogo regionale. Il rallentamento dell'emigrazione da Salerno e da Caserta è determinato dall'influenza che su di essa esercitano fattori nuovi, che favoriscono il drenaggio di una parte dell'emigrazione dal Matese o dal Cilento verso i capoluoghi, o verso altri comuni dotati di nuove capacità attrattive. È l'industria che si è inserita - a Caserta quasi ex 11ovo - nel quadro ambientale tradizionale, modificandolo. I bassi tassi di emigrazione del Napoletano sono invece cosa vecchia: non esprimono la realizzazione di un nuovo assetto dell'ambiente; esprimono la rassegnazione di t1na larga massa di popolazione, « infognata » nelle « corti dei miracoli » del capoluogo, ad un squallido sistema di vita. L'industria a Napoli è venuta da tempo. Ed ha agito come ha potuto, impedendo una degradazione maggiore di quella che oggi è possibile constatare: frenando le partenze dalla provincia (sono soprattutto « pendolari » gli operai dei grandi stabilimenti industriali napoletani); e sostituendo, nei confronti dei comuni contermini, alle attrazioni della « casbah », quelle di un lavoro fisso e stabilmente remunerato. In queste tre realtà la variabile rappresentata dall'industria è, quindi, intervenuta in misura diversa e in mo•do diverso. È solo ad essa, comunque, che va attribuita l'origine delle vecchie e nuove, più positive, tendenze: il recupero, purtroppo parziale, del capoluogo alla vita moderna; la promozione, per il momento solo incipiente, di comuni finora periferici, alle dimensioni ed alle funzioni di città medie. È solo in rapporto con l'industria, perciò, che si possono intravedere nuove prospettive per l'insediamento, come è soprattutto da essa che ci si può attendere la rottura dei condizionamenti culturali ed ecologici che costituiscono la remora principale alJo sviluppo economico e civile dell'ambie11te umano della regione. ANTONIO RAO 97 BibliotecaGino Bianco

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