Attività ed insediamenti della popolazione campana È stato, quindi, un complesso di cause storiche e di condizioni geografiche che ha orientato, fin da tempi lontani, la distribuzione della popolazione campana verso forme che negli anni del « pessimismo geografico » devono essere apparse, come quelle di tutto il Mezzogiorno, quasi immutabili. Ed è un complesso di bisogni economici, e non solo economici, che spinge oggi gli abitanti dell'interno sulla via dell'emigrazione, aprendo la prospettiva di u11 nuova dimensione per gli insediamenti. Sono state tagliate le radici che impedivano la partenza, anzi la fuga. E sono stati i comuni più piccoli e più tipicamente rurali che hanno soprattutto alimentato l'esodo. Le province di maggiore emigrazione sono a11che quelle in cui meno numerosi risultavano i centri co11 più di 5.000 abitanti e pochissimi i centri con più di 10.000 abitanti. La provincia di Avellino, su 120 comuni, ne ha solo 25 con più di 5.000 abitanti e solo tre, tra i quali il capoluogo, con più di 10.000. Nella provincia di Benevento sono 14 su 77 i centri con più di 5.000 abitanti; e, di essi, soltanto tre, capoluogo compreso, oltrepassano i 10.000 abitanti. Certo, se la correlazione esodo-classe di urbanità è generalizzabile a tutta l'Italia ed a molti paesi europei, la correlazione esodo-classe d'ampiezza dei comuni può essere vista ed accettata solo nel contesto particolare del Mezzogiorno. Qui la minore consistenza numerica non è l'indice di un certo tipo di insediamenti, cioè di un determinato tipo di equilibrio spaziale, ma è, piuttosto, il sintomo della « marginalità » economica e civile dei comuni che la presentano : è il segno della loro inarrestabile decadenza. Non è un caso che, nelle zone di più solida capacità economica, la popolazione viva addensata di preferenza in pochi grossi nuclei, piuttosto che in una miriade di piccolissimi comuni e fra~ zioni di comuni, sparsi per i campi. Nella provincia di Napoli, su 89 comuni, che possono sembrar molti in rapporto alla limitatezza della superficie, ma non certo in rapporto all'an1montare della popolazione provinciale, 64 oltrepassano i 5.000 abitanti, 42 i 10.000, 20 i 20.000, 10 i 30.000, 8 i 40.000, 5 i 50.000 abitanti. E queste cifre non indicano delle realtà soltanto amministrative, ma si riferiscono a veri e propri, densissimi grumi di popolazione, molto di rado articolati in frazioni territorialmente discontinue tra loro. Un quadro analogo può essere tracciato per la parte di pianura e di bassa collina della provincia di Salerno. La dimensione numerica degli insediamenti campani, 11el tempo, costituisce, quindi, un indice abbastanza attendibile del loro grado di sviluppo, come pure, integrata con altri indici, della loro struttura morfo logica. 91 Bi liotecaGino Bianco
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