Nord e Sud - anno XII - n. 63 - marzo 1965

Antonio Ra.o Da un lato, i tassi di attività permangono_ troppo bassi; e questo è, ad un tempo, causa ed effetto delle caratteristiche demografiche della regione. È innegabile, per esempio, che un più deciso ingresso della popolazione femminile nella popolazione attiva provocherebbe un rallentamento del ritmo della natalità. L'occupazione femminile è aumentata, peraltro, solo laddove l'intera compagine sociale incomincia a scricchiolare, a dar segni di disgregazione, per le troppe partenze di giovani; ed è, quindi, più che un slnto,mo evolutivo, una manifestazione patologica. Da un altro lato, al basso livello dei tassi di attività si accompagna una scarsa diversificazione professionale, con un peso ancora troppo grande della popolazione agricola nelle zone dove la terra ha dato e dà ben poco ( e darà anche meno, perché alla « decompressione» demografica non ha fatto seguito la ricomposizione fondiaria, né la meccanizzazione delle aziende, né l'introduzione di gestioni moderne) ed un peso troppo piccolo della popolazione industriale, soprattutto nelle zone di cui si è detto ora che la terra è avara, ma anche dove, a prima vista, sembra esistere una ripartizione soci~-professionale della popolazione più equilibrata. È questo il caso della provincia di Napoli, dove il compito dell'industria non è tanto quello di assorbire le restanti eccedenze agricole, quanto quello di dare ossigeno ad un asfittico settore terziario, nato abnorme - date le funzioni amministrative e comn1erciali della capitale borbonica - e sopravvissuto tale, per carenza di altre occasioni di lavoro. Il « terziario » non ha, in qt1esto casb, lievitato per induzione del settore secondario, come è avvenuto nelle moderne società industriali (al « quinto stadio » ); è piuttosto un'eredità del passato, tanto più gravosa in quanto non s'è limitata ad ostacolare la mobilità sociale ed econo·mica della popolazione ed a pesare sugli altri due settori (e particolarmente sul settore primario), ma ha avuto anche l'effetto di condizionare, come -si è visto, lo stesso comporta1ne11to demografico della popolazione, con tutti gli effetti ben noti. Il. Introduzione al problema degli insediamenti uniani. 1. A prima vista, la distribuzione della popolazione in Campania, così- come si presenta oggi, sembra obbedire al più rigoroso determinismo geografico. In effetti, non si può negare che gli addensamenti seguano la struttura geografica, pedologica, addirittura climatica della regione: cospicui e ravvicinati in pian_ura, lungo i due golfi, sulle terre più fertili, dove il clima è più mite; di ridotte dimensioni e radi nelle zone di più tormentata morfologia, di clima più rigido, di terra più avara. 88 s·bliotecaGino Sia.neo

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