I mafiosi alle urne 2. Ammesso che nelle ultime elezio·ni ci sia stata una collusione tra mafia e politica, ciò no1 n costituirebbe peraltro niente di nuovo e, oltre a registrarne la portata, bisognerebbe notare la continuazione di un costume nato nell'iso·la fino dai primi giorni dell'Unità d'Italia. Con l'annessione della Sicilia allo Stato sabaudo, molte cariche ereditarie o di assegnazione reale divennero elettive. Ciò che altrove costituì una evoluzione delle istituzioni in senso democratico, in Sicilia servì solo a far cadere alcuni centri di potere nelle mani delle fazioni locali, che riuscirono ad influenzare l'elettorato e a manovrarne i suffragi secondo alleanze e accordi rigidamente prestabiliti. Il meccanismo che caratterizzava allora le collusioni, è così schematizzabile: le « cosche » inducevano gli elettori a scegliere il candidato ad esse più beneaccetto; il deputato eletto faceva pressione sui giudici locali; i giudici locali esercitavano la giustizia in modo estremamente « addomesticato » nei confronti delle « cosche ». Il Calenda, in una Relazione alla Corte di Appello di Palermo intorno all'amministrazione della giustizia negli anni 1872-73, denunziava apertamente questo stato di cose, « codesti rapporti di patro-- nato, e di clientela », grazie ai quali ad un numero esiguo di prepotenti « è assicurata protezione per quando hanno a fare conti con la giustizia ». Fin da questo 1nomento cominciò a verificarsi il fenomeno, tutt'ora in atto, per cui ogni istituzio·ne a carattere nazionale trova fatalmente in Sicilia una realizzazione sfasata rispetto a quella delle altre regioni del paese: il movimento liberale, il regime fascista, il movimento di liberazione, i moti popolari, l'attività delle sinistre, saranno nell'isola qualcosa di diverso da ciò che so·no nel resto d'Italia e risulteranno sempre co,mplicati dall'incontro di co•mponenti locali e fattori nazionali. La competizio 1 ne elettorale, essendo per sua natura una lizza tra candidati concorrenti, costituì, fin dalla s11aprima introduzione nel sistema politico siciliano, il naturale crogiuolo di forze politiche, religio,se ed economiche: la mafia giocherà brillantemente il suo ruolo determinante dosando con astuzia gli interessi di cui queste forze sono portatrici. Domenico Novacco, che è l'autore della più acuta analisi delle implicazioni socio-politiche della mafia, ha scritto: « Nel ristretto collegio non era difficile co,ntrollare individualmente i non molti elettori. Cominciarono a verificarsi episodi sintomatici che rivelarono la presenza del~a mafia o almeno la sua autorità e ingerenza nei quadri ·stessi della amministrazione. Accadde spesso che le commissioni elettorali depennavano senza alcun motivo dalla lista gli avversari politici e vi iscrivevano arbitrariamente altri cittadini no,n aventi diritto al voto » 2 • Nel 1890 il Merlino scriveva: « La clientela, ecco la forma originaria 2 D. NovAcco, Inchiesta sulla mafia, Milano, 1963, pag. 114. 7 Bibl.iotecaGino Bianco
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