Attività ed insediamenti della popolazione campana Salta subito all'occhio come la diminuzione della percentuale di addetti all'agricoltura sia stata molto più decisa che negli anni precedenti. E, quel che è più importante, tale riduzione si è tradotta in un aumento della percentuale di addetti all'industria. L'impiego di indici rende ancora più evidenti queste variazioni. Considerati uguali a 100 gli addetti ad ogni settore nel 1951, nel 1961 abbiamo, infatti, i seguenti valori: agricoltura: 77,8%; industria: 124,4?/o; altre attività: 116,3. Tuttavia, per quanto considerevole, la diminuzione degli addetti all'agricoltura non è stata, in Campania, altrettanto forte che nel Nord d'Italia e, soprattutto, che nell'Italia nord-orientale e centrale, dove si riscontrano indici di 65,5 e 61,3 (1951 == 100), rispettivamente. E così, del resto, più alti che in Campania sono stati gli incrementi del numero degli addetti all'industria in tutte le altre regioni del Mezzogiorno (i cui valori di partenza erano, però, com'è noto, estremamente bassi), come in Basilicata (160,8), in Calabria (143,8), etc. La Campania, comunque, ha compiuto un altro passo avanti verso l'eliminazione di quello squilibrio tra i settori produttivi che costituisce una delle principali debolezze del suo sistema economico, ancorché la distanza dalle proporzioni raggiunte nel Nord o nel Ce11tro d'Italia sia ancora notevole. Nelle regioni economicamente più progredite d'Italia, cioè nelle regioni nord-occidentali, le percentuali degli addetti ai diversi settori di attività economica erano le seguenti: agricoltura: 14,6~6; industria: 53,4%; altre attività: 30,4% 7 • E nell'Italia centrale e nord orientale, le analoghe percent11ali erano: agricoltura: 26,7%; industria: 37,4%; altre attività: 33,1%. Come si vede, in Campania si è ancora molto lontani non solo dall'optimum del Nord, ma anche dalla distribuzione intermedia dell'Italia centrale e nord-orientale. Il git1dizio non può che diventare ancora più negativo quando si consideri il diverso contenuto strutturale che tuttora caratterizza, in Campania, i settori secondario e terziario (specie quest'ultimo), rispetto al Nord ed anche al Centro d'Italia: le cifre, nel caso della Campania, promettono molto di più di quel che poi la realtà non mantenga. 3. Ed ora, molto brevemente, la situazione nelle· singole province della Campania. In primo luogo, diamo uno sguardo al tasso di attività (rapporto tra popolazione residente e popolazione attiva). E precisiamo subito che nel calcolarlo abbiamo preferito fare riferimento alla popolazione in 7 Il rimanente 1,6% riguarda le persone in cerca di prima occupazione. 79 BibliotecaGino Bianco
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