Antonio Rao di 4,4 punti nel Nord può essere spiegata con l'in-yecchiamento di cui si diceva e con una certa, incipiente « maturità » economica, che, come anche si è detto, si può tradurre in un aumento delle persone a carico. La discesa di 3,1 punti della Campania va vista in una luce diversa: già il livello di partenza del 39,1 % non può essere considerato soddisfacente; e, comunque, sono mancati nel periodo intercensimentale cambiamenti di struttura tanto radicali da autorizzare a parlare di avvicinamento alla « maturità ». Si tratta, piuttosto, della persistenza di uno squilibrio tradizionale, d·eter1ninato, tra l'altro, dalla preponderanza delle classi in età non lavorativa, che ha neutralizzato l'incremento che, pure, in termini assoluti abbiamo riscontrato. Abbiamo detto persistenza, e non aggravamento, non a caso, malgrado la evidente riduzione del tasso di attività. Infatti, il dato della riduzione (relativa) del numero degli attivi, ai fini di un giudizio qualitativo, va integrato con i dati della distribl1zione degli attivi per settori; e, nell'ambito di ciascu11 settore, con una valutazione della natura e della « qualità » dei posti di lavoro. In tal modo, potrà risultare che molti di questi ultimi, che « facevano numero » nelle rilevazioni passate, erano tali solo di nome; e che, quindi, la loro scomparsa è indice non di un regresso, ma del passaggio ad uno stadio economico superiore. Ciò vale, in particolare, per il lavoro nell' « industria », intesa come categoria o settore statistico. E vediamo allora, sia pure sommariamente, la ripartizione della popolazione attiva per grandi rami di attività economica, dal 1951 al 1961. Nel 1951, di 1.703.300 attivi, 1.599.100 5 risultavano in condizione professionale, 104.200 in cerca di prima occupazione. E gli attivi in condizione professionale apparivano così ripartiti per settori: agricoltura, 742.400; industria, 433.000; altre attività, 423.700. In percentuali, queste cifre diventano: agricoltura: 43,4%; industria: 25,4%, altre attività: 25,2%; in cerca di prima occupazione: 6% 6 • Nel 1961, gli attivi erano 1.710.700, di cui 1.608.800 in condizione professionale e 101.900 in cerca di prima occupazione. La ripartizione per settori, degli attivi in condizione professionale, risultava essere la seguente: agricoltura: 577.500; industria: 538.700; altre attività: 492.600. In percentuali, la distribuzione era: agricoltura: 33,7<ro; industria: 31,5%; altre attività: 28,8%; in cerca di prima occupazione: 6%. s Queste cifre sono arrotondate alle migliaia. 6 Queste percentuali presentano una certa differenza da quelle riportate nella tab. 1, poiché, al fine di effettuare confronti con i dati del '61, abbiamo compreso, tra gli attivi, anche le persone in cerca di prima occupazione, inclusione che non è stata fatta nell'elaborazione della citata tabella. Conseguenza di ciò è, ovviamente, una certa depressione dei valori riguardanti gli attivi in condizione professionale. 78 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==