Attività ed insediamenti della popolazione campana l'elevato livello tecnico del lavoro richiede una formazione professionale piuttosto lunga e, quindi, il numero dei giovani inattivi professionalmente, perché impegnati nello studio, è notevolmente alto: ed è destinato ad aumentare. D'altro canto, il benessere materiale e « certe abitudini d'esistenza sono associati nei paesi più ricchi a un distacco delle donne dall'attività professionale» 3 • Può dipendere anche da fattori che sono in un rapporto più sfumato con lo sviluppo economico, come la composizione per età della popolazione. Infatti, un abbassamento del tasso di attività della popolazione si può anche spiegare con l'invecchiamento della popolazione stessa (è il caso dell'Italia, oggi). Può, infine, dipendere dal movimento migratorio: per esempio, un forte esodo di individui in età lavorativa abbasserà il tasso di attività della popolazione (com'è appunto avvenuto in tutte le zone del Mezzogiorno maggiormente « espulsive »). Per quanto riguarda il lieve aumento della popolazione attiva campana, esso va certamente interpretato nel quadro della « sintomatologia » dei paesi sottosviluppati, piuttosto che di quelli progrediti; e quindi, esso, da un lato, è da attribuirsi alla preponderanza delle classi giovani in età da lavoro (che ha, infatti, più che compensato gli effetti dell'invecchiamento della popolazione 4 , che nello stesso periodo hanno operato nei confronti di tutta l'Italia); e dall'altro, può esser visto come il segno di un miglioramento delle condizioni economiche della regione. Se, però, si considerano, piuttosto che i valori grezzi della popolazione attiva, i tassi di attività (rapporto % tra popolazione attiva e popolazione residente), si riscontra, dal 1951 al 1961, non un incremento, ma un decremento del 3,1 %. E siccome sono soprattutto i tassi di attività che contano, si deve parlare, in definitiva, di un peggioramento della situazione o, quanto meno, come si dirà fra poco, della persistenza di una struttura poco equilibrata. E ad approfondimento di questo punto, valga il confronto con il Sette11trione. Nel 1951 la popolazione attiva del Nord d'Italia costituiva il 47,9% del totale della popolazione. Nello stesso anno, l'analoga percentuale riguardante la Campania era del 39,1 ?/o. Nel 1961, il tasso di attività della popolazione del Nord era diminuito, essenq.o del 43,5%; ma anche il corrispondente tasso della Campania era diminuito, essendo divenuto del 36%. Tuttavia, il significato di queste riduzioni era diverso, in quanto diversi erano i livelli di occupazione da cui si partiva. Infatti, la discesa 3 P. GEORGE, Manuale di geografia della popolazione, Ed. di Comunità, p. 167. 4 Cfr. « Informazioni Svimez », N. 12, 18 marzo 1964, pp. 236-241. 77 Biblioteca Gino Bianco
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