Nord e Sud - anno XII - n. 63 - marzo 1965

• Il problenia dell'acqua e la questiorze del Giordano la tensione tra arabi ed ebrei è rapidamente cresciuta. Già tre volte si sono incontrati i capi arabi al Cairo, e precisamente nel dicembre del 1963, nel settembre del 1964 e nello scorso gennaio, per studiare con quali mezzi impedire la realizzazione del piano israeliano e per prepararsi ad una guerra con Israele. Guerra inevitabile, dal momento che il governo di Gerusalemme ha fatto sapere di essere pronto « ad agire per proteggere i suoi vitali interessi » nella utilizzazione delle acque del Giordano. L'ultimo, soprattutto, dei tre incontri arabi assume una rilevantissima importanza perché, nonostante le serie divergenze manifestatesi tra i partecipanti, i tredici Paesi arabi hanno raggiunto una larga intensa, in contrapposizione ai vaghi accordi assunti precedentemente; intesa che non solo compromette seriamente il già instabile equilibrio nel Medio Oriente, ma minaccia di avere più estese conseguenze, attraverso una serie di reazioni a catena che rischiano di attrarre ancor più i Paesi arabi nell'orbita comunista. Per quanto riguarda Israele, il comunicato letto dal segretario generale della Lega Araba, Kaisuni, afferma che i Paesi arabi hanno raggiunto un accordo sui tre principali punti in discussione, e cioè: « appoggio alla entità palestinese dei profughi arabi, messa in opera dei progetti per la deviazione degli affluenti del Giordano, e azione concertata contro i Paesi terzi che sviluppano contatti con lo Stato ebraico » ( cfr. R. A. Segre, Reazioni israeliane alle decisioni del Cairo, sul « Corriere della Sera » del 14 gennaio 1965). In particolare, circa l'accordo sulla deviazione delle acque del Giordano, è importante notare che è stata vinta la opposizione del Libano alla deviazione di affluenti del Giordano (Hasbani e Wazani) sul suo territorio; mentre, dal canto suo, la Siria ha già iniziato i lavori di deviazione del suo affluente, il Banias. Per ciò che riguarda, poi, l'azione araba contro i Paesi terzi in relazione con Israele, essa è rivolta, segnatamente, contro la Germania di Bonn, accusata di fornire aiuti economici, armi e tecnici militari allo Stato ebraico. Il ridicolo di questa accusa è evidente, non solo se si pensa ai grossi debiti finanziari (riparazioni) e morali che la Germania ha verso gli Ebrei, ma soprattutto per il fatto che proprio l'Egitto, ieader più o meno riconosciuto, del mondo arabo, è un grosso covo di scienziati e tecnici militari tedeschi (nazisti), che gli hanno già fabbricato missili con testate esplosive biologiche ed altri ordigni bellici. Di conseguenza, gli aiuti del governo di Bonn ad Israele non possono considerarsi che come l'unica possibile contropartita a questo stato di cose, al quale non si è potuto, sino ad ora, porre riparo con il richiamo degli scienziati tedeschi in patria; e ciò perché tali scienziati, pur di poter 71 Bi ·liotecaGino Bianco

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