Nord e Sud - anno XII - n. 63 - marzo 1965

Il problema dell'acqua e la questione del Giordano in funzione un tunnel di cemento, lungo 8 km., cl1e si addentrerà nelle regioni montane dell'alta Galilea e nei monti Menasce; quindi, per 77 km., con tubi di 2,75 m. di diametro, la condotta proseguirà lungo la regione costiera, sino a Rosh ha'ayn, ad est di Tel Aviv; e qui si scenderà ancora più a sud, mediante le due tubazioni già esistenti dell'acquedotto Yarkon-Negev. Il primo stadio del progetto, entrato in funzione 11el corso dello scorso anno, porterà 150-180 milioni di mc. di acqua l'anno. Nello stadio finale, fra cinque anni, la quantità di acqua trasportata salirà a circa 300 milioni di mc .. Si tratta, come si vede, di un'opera colossale, destinata a mutare il volto di una delle regioni più desolate del mondo. Il suo costo si aggira intorno ai 100 milioni di dollari. 3) Il deserto trasf armato. - Il Negev copre una buona metà del territorio israeliano: « un'immensa distesa di sabbia e di rocce che i pionieri ebrei aggredirono affermando che non esiste terra sterile, ma soltanto uomini che non sanno fecondarla» (cfr. Igor Man su « La Stampa » del 18 gennaio 1964). Allorquando il sistema Tiberiade-Negev entrerà in funzione, gli israeliani potranno irrigare il deserto e ricacciarne la desolazione verso il mar Rosso, sino ad Eilat, il porto disegnato da Luigi Piccinato, che trarrà grandi vantaggi dallo sviluppo del Negev. Ma intanto che arriva l'acqua dal nord, si cerca di sfruttare al massimo quel poco di acqua piovana che la natura concede, con lo stesso sistema che usarono i Nabatei alcuni millenni or sono : sulle dune sono tracciati degli stretti canali che convergono nelle vallette, dove si accumula l'acqua piovana. Una pioggia di 20-30 minuti fornisce acqua sufficiente a far crescere le piante; qui si possono coltivare alberi da frutta, e anche piselli, grano, cipolle, agli, carciofi. Gli esperimenti compiuti in questo campo servono soprattutto a controllare quale è la quantità di acqua necessaria per assicurare la vita alle piante: i risultati ottenuti sono abbastanza confortanti e saranno utilizzabili nelle colonie agricole che sempre più numerose si vanno stabilendo nel Negev. Anche senza l'acqua del Giordano, dunque, il deserto si va profondamente trasformando. Proprio nel cuore del Negev sorge Beersheba, le cui case, in continua moltiplicazione, rompono di giorno in giorno l'assedio del deserto, testimoniando di uno sviluppo straordinario della città. Si pensi che nel 1948 Beersheba era un villagigo di 500 beduini e che oggi conta oltre 47.000 abitanti. All'estremo opposto si trova il porto di Eilat, del quale gli israeliani si propong~no di fare la « Amster69 Biblioteca Gino Bianco

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