Giornale a più voci buzione, consumo, produzione di altri films sullo stesso cliché etc.). In quanto poi alle rese sociologiche (e ci pare al proposito che l'analisi del Morin sia ineguagliabile), va detto che esse avvengono lungo i canali della identificazione e della proiezione. Ambivalente è l'effetto del film. Da un lato esso sortisce un effetto evasivo, e trasferisce gli spettatori in un mondo doppio, surreale, di sogno e di disimpegno. Il mondo reale viene dissolto nel suo « doppio», nella sua « ombra». Le persone reali divengono immagini. Lo spettatore stesso si fantomatizza e vive in una specie di adesione arcaicomistica alle imma.gini, di delirio e di ipnosi, simile in ciò gli uomini rinchiusi nella caverna di cui discorre Platone; rimandiamo, peraltro, ad un'altra opera di E. Morin: Il cinema o dell'immaginario, Torino, Silva, 1962; e ad un libro di S. Kracauer: Theory of Film, New York, Oxford University Press, 1960, tradotto recentemente in lingua italiana, da Il Saggiatore, con titolo difforme da quello originale. Da un altro lato il cinema offre mo,duli prammatici, modelli-ideali, temi di comportamento, esem1 pi mitologici (i « divi »). Notevole è l'influenza esercitata dal film sul costume di amore (un'inchiesta sociologica sul cinema nel 1930, in: Movies and Conduct di H. Blumer, ha mostrato che il love making degli adolescenti è ispirato per larga parte al comportamento amoroso dei protagonisti dei films). Il film, peraltro, influisce sulla delinquenza minorile, offrendo esempi e casi di personaggi a11archici e fuori legge. Tale funzione prammatica del cinema non va vista solo in termini negativi. In molti casi i films agiscono quali fattori di integrazione, che aiutano i singoli ad inserirsi nella società moderna: da notare, in proposito, è l'omogeneizzazione dei costumi tra i vari ceti sociali, tra città e campagna, tra nazione e nazione, che deriva dal consumo cinematografico. L'ambivalenza del film oscilla tra lo svuotamento magico del mondo reale che viene evocato in un mondo di immagini, in un paesaggio come riflesso nell'acqua (e la moderna pratica dei mass media è stata avvicinata immagi-- nosamente alla pratica magica dei tempi arcaici; così come il moderno linguaggio per immagini, foto e films è stato paragonato all'arcaico linguaggio mistico e la partecipazione spettacolare è stata avvicinata alla partecipazione magico-rituale), e la sua funzione di offrire moduli prammatici, esempi da imitare. Il cinema vive in questa altalena, esso è questo centauro. L'isolare uno solo dei due aspetti chiariti significa presentarlo in forma dimidiata. Sia che il film inciti alla evasione immaginaria e alla compensazione illusoria dei deficit e degli scacchi della vita, sia che stimoli all'engagement, la sua influenza sul pub,blico degli spettatori appare notevole e incisiva: il termine « spettatore» vale anche a chiarire il ruolo passivo del p·ubblico nei riguardi del messaggio che gli viene suggerito. Si parla frequentemente di « sincretismo» cinematografico e ci si vuol riferire alla capaoità del cinema di avvicinare· ed omogeneizzare ceti economici e culturali, ben più di quanto abbia fatto per il passato la stampa, che è risultata per molto tempo un mezzo di discriminazione socio-culturale tra alfabetizzati e analfabeti. Il film di consumo, comprensibile a tutti, è anche 63 BibliotecaGino ■ 1anco
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