Nord e Sud - anno XII - n. 63 - marzo 1965

Gemn1a Vitolo -. Bru.no Lauretano trasporti hanno assunto, nella politica economica dei vari Stati. In questo ambito il sistema dei trasporti non potrà mai essere considerato come « neutrale ». Sarebbe insensato·, infatti, applicare tariffe differenziate solo in base agli oneri di infrastruttura, ritenendoli quindi uniformi in tutti i territori, anche di diversa natura geologica ed orografica, quando questa uniformità non esiste. In Italia, in tal caso, si creerebbero delle gravi difficoltà per tutta la penisola, e, particolarmente, per il Meridione. Sarebbe assurdo, infatti, pensare che la politica comunitaria possa essere qui accettata come buona, mentre lo Stato sta realizzando notevoli sforzi finanziari per la creazione di un « capitale fisso sociale » in zone che ne sono sprovviste o scarsamente dotate. In realtà, malgrado che le due categorie di trasportatori, le ferrovie e gli autotrasporti, siano interessate entrambe, per opposte ragioni, alla realizzazione di una siffatta politica comunitaria, questa sarebbe in netto contrasto con i problemi che l'Italia deve risolvere. Da un lato, l'amministrazione ferroviaria, che in genere sopporta già nei bilanci le quote d'ammortamento delle infrastrutture, pensa di poter godere di una maggiore capacità di manovra tariffaria, nell'ambito di una politica dei trasporti che fosse basata sull'agganciamento delle tariffe ai costi di infrastruttura; dall'altro, gli autotrasporti sono convinti di potersi così sostituire alle ferrovie lungo le linee secondarie, e in ogni modo ritengono di potersi avvantaggiare di questo atteggiamento liberistico. Ma non può essere questo il punto di vista dello Stato, il quale non può e non deve rinunciare alla possibilità di effettuare delle scelte politiche in materia, limitandosi a far eseguire calcoli tariffari ad organi burocratici. I problemi relativi all'accertamento dei costi delle infrastrutture di trasporto, e all'onere delle scelte indicate in sede politica sono di grande importanza e attualità; ma no·n si possono risolvere adottando principi che rischierebbero, di danneggiare la politica nazionale o regionale di sviluppo, perché questo certamente non sarebbe co·nsono allo spirito dello stesso Trattato di Roma. Per certe collettività, in effetti, i benefici indiretti derivanti dalla realizzazione delle infrastD,1tture sono superiori ai benefici diretti che ne possono ricavare gli utenti. Anche di questo dovrebbe, quindi, tener conto una ripartizione dei costi delle infrastrutture: onde la conferma che le scelte in proposito non possono essere lasciate agli economisti o ai funzionari, essendo scelte di natura squisitamente politica. GEMMA VITOLO Il ·cinema e l'industria culturale Capita frequentemente di veder considerata l'arte da un pu11to di vista sociologico (basterebbe ricordare alcuni dei saggi, e 1n particolare quello di Paolo Chiarini e quello di Elémire Zolla~ nel -n. 5-6 di « De Homine », numero dedicato alla trattazione monografica del tema: Arte e società). 60 BibliotecaGino Bianco

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