Giornale a più voci state precisate dall'Ufficio del Progra1n1na, specie in sede di studio e di lavori preparatori del documento programmatico approvato dal Consiglio dei Ministri. Tale filone di ricerche andrà, in ogni caso, portato avanti con speditezza e ampia disponibilità di strumenti e di informazioni. Il che, invero, non si può tradurre in un rinvio, bensì in una sollecitazione della elaborazione dei programmi di sviluppo regionale: i quali, proiettando sulle varie parti del territorio le indicazioni del programma nazionale, e verificandole e armonizLandole con le diverse realtà e i diversi meccanismi di sviluppo regionali, rappresenteranno un momento fondamentale dell'intera attività di programinazione. Si tratta, del resto, di problemi e concetti ormai largamente trattati è sufficientemente acquisiti. In questo quadro, allo scopo di colmare le attuali carenze istituzionali, 11 Ministro del Bilancio ha recentemente decretato l'istituzione dei « Comitati Regionali per la Programmazione Economica » in tutte le regioni, escluse quelle a statuto speciale, che già si pongono come il naturale interlocutore del potere centrale in ordine ai problemi dello sviluppo economico regionale, e che già dispongono di particolari organi preposti a tali funzioni. Tali Comitati (composti dai Presidenti delle Amministrazioni provinciali, dai Sindaci dei comuni-capoluogo di provincia e dei comuni con popolazione superiore a 30.000 abitanti, da tre esperti designati dal Ministro del Bilancio, da un rappresentante della Cassa per il Mezzogiorno nelle regioni dove questa opera, dai Presidenti delle Camere di Commercio, Industria e Agricoltura, dal Provveditore alle opere pubbliche, dal Capo dell'Ispettorato Agrario Compartimentale, da tre rappresentanti dei lavoratori e da tre rappresentanti dei datori di lavoro) avranno il compito di procedere ad una ricognizione delle risorse economiche o delle condizioni sociali proprie delle rispettive regioni, promuovendo studi, ricerche ed indagini necessari; di identificare i problemi dello sviluppo economico regionale e prospettare i potenziali obiettivi e i possibili mezzi di intervento nella regione; di predisporre - secondo le direttive del Ministero del Bila11cio - un progetto di piano per lo sviluppo economico regionale; di fornire al Ministro del Bilancio tutte le notizie necessarie all'attività di programmazione economica. Sull'opportunità di questa iniziativa, che si è proposta di chiamare rappresentanze regionali a collaborare allo studio ed alla formulazione del programma di sviluppo economico nazionale, attraverso l'elaborazione di prime e sistematiche indicazioni sui programmi regionali e sulle forme in cui essa si è concretata, si è aperta un'ampia discussione, che tuttavia non sembra averne approfondito a sufficienza i vari aspetti. Anche molte delle reazioni registratesi non sembrano essere state adeguatamente ponderate: basti accennare al coro di proteste levatosi da parte di settori e associazioni di categoria che si ritengono ingiustamente esclusi da tali organismi, come se questi ultimi non risultassero già - specie nel caso delle regioni più grandi e popolose - appesantiti da un elevato numero di membri, in misura tale da destare non poche preoccupazioni circa la loro effettiva capacità 53 BibliotecaGino Bianco
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