Giornale a piit voci immediato; l'industria direttamente investita da una ripresa edilizia è l'industria del cemento, i cui legami con industrie di altri settori sono assai 1nodesti; altre industrie che potranno registrare vantaggi sono, in misura minore, quelle del legno, del vetro, degli altri materiali da costruzione. Nell'insieme, si tratta di investimenti i cui effetti propulsivi sono piuttosto modesti. Quand le batiment va, tout va, dicono i francesi; ma lo dicono per significare che l'edilizia è un buon indicatore congiunturale, in quanto l'espansione degli altri settori stimola anche l'industria dei fabbricati; non perché l'espansione dell'edilizia possa provocare una ripresa degli altri settori. In altri termini l'edilizia riflette, e spesso anticipa, la situazione generale dell'economia, ma non rappresenta un settore particolarmente propulsivo. Anche nel caso della depressione italiana, finché tutto è andato bene, l'edilizia ha prosperato, e quando l'orizzonte ha cominciato ad oscurarsi, i primi a ristagnare sono stati gli investimenti in fabbricati industriali. Analogamente, quando la ripresa industriale sarà avviata, l'edilizia ne trarrà immediati benefici. Ma da ciò non si può dedurre, come sembrerebbe vogliano fare le nostre autorità economiche, cl1e sollecitando con provvedimenti di soccorso una ripresa nell'edilizia, si possa provocare una ripresa anche negli altri settori. Nessuno può negare le esigenze di carattere umanitario e civile che la crisi dell'edilizia ha portato alla ribalta; ma le medesime esigenze avrebbero potuto essere soddisfatte in misura assai maggiore puntando direttamente su una ripresa degli investimenti industriali, che non concentrando gli sforzi unicamente nel settore delle costruzioni. Per non parlare del fatto che non saranno certo gli investimenti nei fabbricati a risolvere i problemi di fondo del nostro settore industriale, né le distorsioni tante volte lamentate nell'accumulazione di capitale verificatasi negli anni del miracolo. Per ora la situazione, per quanto incresciosa, non è certo drammatica. Ma potrebbe diventarlo, se una svolta congiunturale all'estero sottraesse alle nostre imprese anche il sostegno delle esportazioni. La grande fortuna delle nostre industrie è stata quella di andare incontro ad una depressione sul mercato interno mentre i mercati esteri erano in piena fase di espansione. Ma se dovesse subentrare una depressione anche sui mercati esteri prima di avere avuto una ripresa all'interno, la situazione peggiorerebbe di molto e le possibilità stesse di uscire dalla depressione sarebbero seriamente compromesse. . Ci troviamo dunque dinanzi ad una chiara alternativa. O le nostre autorità di governo saranno in grado di apprestare rapidamente un programma coordinato di investimenti industriali, facendo leva sulle industrie a partecipazione statale, superando la depressione prima che le cose si siano aggravate ulteriormente. Oppure si continuerà con i provvedimenti caritativi, concedendo oggi un abbuono di imposte agli imprenditori, mitigando domani la disoccupazione nei settori più critici, e apprestando di volta in volta 49 BibliotecaGino Bianco
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