Nord e Sud - anno XII - n. 63 - marzo 1965

Editoriale Molto opportunamente Marco Cesarini, nell'editoriale del «Mondo» che porta la data del 2 1narzo, ha parlato di una « paralisi delle volontà »; e ha rilevato che, se da un lato no,11s-i deve mai cedere alle sollecitazioni di quanti vanno gridando che si deve « fare presto », sollecitazioni che sono dettate da una « certa faciloneria qitalunquistica, dietro la quale non è difficile intravvedere i fini reconditi dei richiedenti », è anche necessario, da un altro lato, non dare segni di impotenza, non lasciare che le riitnioni si susseguano alle riunioni, le consultazioni a livello tecnico alle consultazioni a livello politico, gli incontri bilaterali a quelli multilaterali, o viceversa, e soprattutto non consumare in un irragionevole gioco di temporeggiamenti i ragionevoli « margini di tempo concessi alla verifica dei fatti ». A sua volta, sul « Giorno » del 25 febbraio, riprendendo il discorso di Cesarini sulla « paralisi delle volontà», Enzo Forcella ha denunciato il disagio che deriva dalla « diversità del ritmo con cui procedono economia e politica»: la prima, infatti, « cammina ormai col passo dell'automazione», ma la seconda sembra ancora regolare il suo passo al ritmo consentito dai tempi dei collegi uninominali ». Come « Nord e Sud» tra le riviste mensili, « Il Mondo», tra i settimanali seri, e « Il Giorno », tra i quotidiani, so11-ostati se1npre generosi di incoraggiamenti nei confronti del centro-sinistra di Moro, esortando il governo ad attuare il programma, a portare avanti le riforme iscritte nel programma, a prendere di volta in volta decisioni relative ai problemi della congiuntura che f assero conformi agli obiettivi fissati dal programma. Ma, come ha scritto appunto Cesarini nel citato editoriale del « Mondo », quando si procede come hanno proceduto i partiti della maggioranza in questi due mesi, quando il Presidente del Consiglio dà la sensazione di voler sempre temporeggiare, anche di fronte a situazioni che esigono decisioni rapide e convincenti, quando il governo discute mo.Zto e governa poco, « si finisce per sconcertare la stessa opinione pubblica inizialmente più favorevole ». Noi abbiamo voluto citare l'editoriale del « Mondo » e la « situazione » del « Giorno » perché l'uno e l'altra sono appunto testimonianze del fatto che anche gli organi di stampa più impegnati a sostenere la politica di centro-sinistra (e non sono molti) sono rimasti «sconcertati» per tutto quello che è avvenuto o, meglio, non è avvenuto da gennaio 3 BibliotecaGino Bianco

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