GIORNALE A PIU' VOCI La congiuntura : diagnosi e terapie L'tlltimo rapporto dell'Istituto nazionale per lo studio della congiuntura, discusso in Assemblea plenaria dal CNEL ai primi dello scorso febbraio, contiene una diagnosi assai dettagliata della fase di bassa congiuntura che la nostra economia sta attraversando. I dibattiti in seno al Consiglio dei ministri e le dichiarazioni ufficiali forniscono un'idea ormai abbastanza precisa dei rimedi che, sia pure faticosamente e con lentezza, il governo si dispone ad apprestare. Abbiamo già notato su queste colonne come, in occasione della crisi, per la prima volta i nostri governanti, e di riflesso la stampa quotidiana, abbiano fornito all'opjnione pubblica notizie e dati quantitativi in una misura e co11 una continuità più che soddisfacenti. Non si può non compiacersi per la prova di maturità fornita dalla classe politica e dall'intera società italiana; come non si può passare sotto silenzio la dimostrazione di efficienza tecnica fornita dall'ISCO. Resta solo da aggiungere, quale postilla malinconica, che, se gli istituti pubblici e privati che da anni indagano i problemi di sviluppo avessero compiuto un lavoro simile a quello che l'ISCO ha effettuato nel can1po degli studi congiunturali, oggi forse i problemi della programmazione assumerebbero un carattere men9 avventuroso e potrebbero essere trattati con cognizione di causa al pari di quelli della stabilità economica. Due punti principali emergono dall'analisi del rapporto ISCO: l'idea che la depressione italiana altro non sia che la naturale conclusione di una fase di espansione eccezionalmente prolungata, e la constatazione che la speranza di una ripresa puramente spontanea dell'attività economica va senz'altro esclusa. Se sul secondo punto non si può che concordare, il primo lascia alquanto dubbiosi. Come abbiamo illustrato in questa rivista il mese scorso, il punto di svolta della congiuntura va collocato nel quarto trimestre del 1963, i11 concomitanza con i vigorosi provvedimenti restrittivi della liquidità, provvedimenti che le autorità di governo si risolsero a prendere sotto la spinta dell'inflazione crescente e del forte declino registrato dalle riserve valutarie. Il rapporto ISCO concorda nella data, ma non 11elle cause del rovesciamento di tende112a. Il rapporto esordisce sottolineando la lunghezza della fase di espansione, protrattasi fra il gennaio 1961 e l'ottobre 1963 per ben 33 mesi (contro una durata media di appena 22 mesi delle espansioni precedenti); e finisce con l'attribuire l'interruzione dello sviluppo sia alla caduta dell'impulso autonomo costituito dalla domanda estera, sia a fattori di sfiducia di natura psicologica « in relazione ad avvenimenti extraeco 1 nomici » (forse si allude alla formazione del governo di centrosinistra?). Dei provvedimenti di carattere monetario dell'autunno 1963, nemmeno un cenno: come se non fossero mai stati presi. 44 BibliotecaGino Bianco
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