Note della Redazione essere il contenuto stesso della programn1azione, ma che, per la stru1nentazione di questa politica, le regioni sono l'alterna(iva giusta rispetto all'intervento straordinario tipo Cassa. Noi, invece, affermiamo che nel quadro della programmazione deve essere risolto il problema della priorità nieridionalista come linea maestra della politica economica e quindi il problen1a del coordinamento fra intervento straordinario ed intervento ordinario nel Mezzogiorno; ma che le regioni non devono essere concepite come alternative rispetto all'authority cui è demandato il con1pito dell'intervento straordinario, perché il ricorso all'authority, alla forza dell'authority, all'esperienza di cui l'authority si è dotata, è necessario alle regioni n1eridionali per non risentire della condizione obiettiva di inf eriorita in cui esse si trovano rispetto ad altre regioni, più ricche e più efficienti; e anche perché, quando si tratta di amministrare stanziamenti che non provengono da entrate regionali, quando si tratta di spendere risorse nazionali, quando si tratta di in1porre sacrifici ad altre regioni per avviare un effettivo processo di sviluppo delle nostre regioni, noi stessi dobbiamo pretendere che lo Stato vigili (e può vigilare attraverso la Cassa) sul modo con1e si spendono quelle risorse nazionali, sul modo con1e si risponde a quei sacrifici. Il discorso sulle regioni come alternativa rispetto alla Cassa e all'intervento straordinario è inoltre demagogico, perché i co1nu.nisti sanno benissimo che le amministrazioni regionali del Mezzogiorno, in un primo tempo, solo eccezionalmente potranno avvalersi di quadri elettivi veramente efficienti, disinteressati e anche coscienti sul piano culturale rispetto alle con1plesse esigenze di una politica di sviluppo regionale conie quella che è necessario portare avanti nel Mezzogiorno. Avren10 tempo di sopprimere la Cassa e l'intervento straordinario, quando il rodaggio delle amministrazioni regionali sarà concluso e quando ci sarà eff ettivanzenie 1neno bisogno di quanto non ce ne sia oggi di un intervento straordinario che caratterizzi anche, in senso meridionalistico, il contenuto della programmazione. Per ora voglianio la Cassa, la vogliamo subito dotata dei n1ezzi necessari per portare avanti una politica di interventi se1npre più coerenti, la vogliamo soprattutto più efficiente perché possa rappresentare e far valere nel quadro della progran11nazione le esigenze di coordinamento della politica econoniica in generale con la politica meridionalista (e in questo senso si è fatto bene anche a trasformare in Ministero la Presidenza del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, finora affidata a un ministro senza portafoglio). Ben vengano, poi, le Regioni a svolgere la loro parte, che non sarà, perché ancora non può essere, quella di « asse attorno a cui fare ruotare una rinnovata politica di sviluppo del Mezzogiorno », n1.ap·uò essere, e deve essere, quella di assicurar?, una sempre 1naggiore partecipazione degli ambienti regionali all'elaborazione e alla attuazione della politica 1neridionalistica: non più intesa nel senso tradizionale, come finora è stata intesa più nel Mezzogiorno stesso che a Roma, di politica frammentaria e disorganica di opere pubbliche e di favori elettoralistici. Un altro chiarimento è necessario: si è detto che il rilancio della Cassa 40 B1bliotecaGino Bianco
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