Nord e Sud - anno XII - n. 63 - marzo 1965

La « disponibilità » della Germania per questo grandi fiammate di patriottismo venissero a rendere impossibile la realizzazione dell'ideale alternativo, quello dell'unità dei paesi europei al di qua della cortina di ferro. Sopravvissuto alla terribile avventura del nazismo, della guerra e della disfatta, il popolo tedesco ancora oggi osa appena interrogarsi, infatti, sul proprio destino e sulla propria vocazione. La stessa costruzione statuale, di cui lo ha dotato la buona volontà dei liberatori, è, per esplicita affermazione della legge fondamentale, provvisoria; ed oscilla tra l'aspirazione europeistica e quella di fare incarnare alla Germania federale il ruolo di « Piemonte della Germania». Tale provvisorietà e stata a lungo confermata dalla tendenza sovietica, soprattutto nel periodo staliniano, a rimettere continuamente in discussione l'intero problema tedesco, e al persistente rifiuto di definire, col regime di Ulbricht, i termini della pace. Questa tendenza, che indeboliva enorn1emente lo « stato » tedesco-orientale e solleticava continuamente, ad ovest dell'Elba, le speranze di una riunificazione a breve termine, si può considerare esaurita con l'èra kruscioviana e la costruzione del muro di Berlino. Per quanto odioso, il gesto dell'ex dittatore sovietico ha posto termine ad una situazione insostenibile per la RDT, ed ha reso definitivamente consapevoli, nel mentre rinforzava il regime orientale, i tedeschi dell'ovest di una realtà non più discutibile, del fatto che la riunificazione non è né facile, né prossima. Sono, dunque, oggi più chiari il destino e la vocazione della Repubblica Federale Tedesca? Se non si può rispondere affermativamente (un osservatore coerente e spassionato della situazione internazionale li ha sempre visti nettamente, giacché non gli sono mai state consentite illusioni in questi anni), si può, tuttavia, rilevare che oggi il realismo è v,irtù molto più facile e che il destino e la vocazione della Germania libera sono di evidenza molto piu immediata e diretta. Certo vi fu opposizione, in Germania e all'estero, per lo sforzo di Adenauer diretto ad integrare progressivamente nell'Europa occidentale la Gern1ania federale, ridimensionando al massimo il problema della riunificazione. Ma, pur agitando dinanzi all'opinione pubblica tedesco-occidentale la bandiera nazionalistica, quando per un istante la riunificazione fondata sul sacrificio dell'alleanza con l'Occidente sembrò davvero possibile (in occasione della nota sovietica del 10 marzo 1952), l'opposizione protestò appena per il rifiuto reciso che Adenauer vi oppose. Allora, come in seguito, nei momenti in cui le posizioni facili e demagogiche perdono ogni loro utilità, apparve chiara l'inesistenza della riunificazione come possibilità concreta e seria di alternativa all'integrazione europea; fin da allora apparve chiara l'assenza di fonda23 Bib-liotecaGino Bianco

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