I mafiosi alle itrne comunista trarre vantaggio dagli errori - magari di omissione - degli altri). Per quanto poi riguarda più particolarmente la Sicilia, questo atteggiamento rivela la scarsa co·noscenza che si ha del mondo siciliano. La Sicilia occidentale, infatti, ha una sua struttura particolare che si sovrappone automaticamente a qualunque istituzione « importata » dal resto del mondo e che amalgama in una composizione tendenzialmente omogenea tutti gli elementi che agiscono sulla vita associata della popolazione, coincidano o non coincidano con le intenzioni delle camarille conservatrici. Quando una qualsiasi tendenza all'innovazione arriva o germoglia nella Sicilia occidentale, gli ambienti locali interessati assumono dapprima un atteggiamento di diffidente attesa e poi di assidt1a lotta, che dura fino al momento in cui la forza della tradizione non avrà prevalso. A volte questo processo impegna un gruppo di uomini contro un altro gruppo di uomini ( è il caso dei mafiosi del feudo contro i sindacalisti al tempo dell'occupazione delle terre, o il caso di alcuni proprietari t,errieri contrari alla costruzione delle dighe e alla valorizzazione delle zone incolte); altre volte questo processo si svolge nella coscienza dei singoli, allorché il contatto con civilta più progredite causa automaticamente un conflitto interno tra l'accettazione del « nuovo » e la fedeltà alla tradizione. È verissimo che il PCI, sul piano nazionale, ha una sua ideologia, dei suoi obiettivi e un suo sistema di valori, che sono tt1tti, ed insieme, in uno stridente contrasto rispetto alla struttura tradizionale della Sicilia; ma è anche vero che proprio questo stridente contrasto ha cementato su posizioni reazionarie, sovversive rispetto all'ordinamento repubblicano e democratico, tutte le forze conservatrici. Per di più, dove il comunismo è riuscito ad avere un seguito, molte volte coloro che formano tale seguito costituiscono una strana combinazione di rapacità mafiosa e di ideologia democratica. In fondo il comunista, il prete, il carabiniere o il funzionario, sanno essere prima di tutto siciliani - e siciliani di una certa maniera - e poi marxisti, o cattolici, o fedelissimi alla difesa dell'ordine, o tenaci nell'espletamento formalistico dei compiti burocratici. Nel nostro caso, il co•munismo italiano, che pure_ dispone di quadri abbastanza addestrati ed efficienti in tutto il paese, non è in grado di prevedere il tipo di reazione che una sua politica può suscitare negli ambienti siciliani, né può contare sull'applicazione di quella politica da parte delle locali Camere del Lavoro. Non molto dissimile è la situazione del Partito Socialista, perché gli uomini politici della sinistra siciliana hanno monopolizzato con sistemi squisitamente isolani i pro·blemi parti19 BibliotecaGino Bianco
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