• Renato De Fusco Gruppi sarebbero vere voci clamanti nel ~eserto, e sul terreno dell'azione combatterei contro mulini a vento, perché in questa terra male-, detta da Dio e rovinata dagli uomini, i partiti sono una manica d'ignoranti e d'avvocati di pretura »; 3) « non è possibile creare ex 11ovo un partito perché è più facile farsi seguire dalle pietre delle strade che dagli uomini, i quali non sono animali politici e aderiscono soltanto in vista di una candidatura, di un affare, della possibilità di fare della rettorica ed altre stupidità »; 4) « nel Mezzogiorno, i partiti si formano intorno a deputati, consiglieri comunali, mai intorno agl'intellettuali, che da noi possono fondare accademie quarantottesche soltanto ». L'azione politica napoletana di Persico si traduce nella presa di contatto con gli intellettuali antifascisti (che nella maggior parte dei casi appaiono a lui come dei « notabili » ); con i segni tangibili della solidarietà a Gobetti per le persecuzioni patite; con l'assumersi l'incarico di segretario responsabile del Gruppo napoletano di « Rivoluzione Liberale »; infine, con l'arresto e la detenzione. Un altro tema significativo, che emerge dal carteggio, riguarda la fondazione de « Il Baretti ». In data 26 agosto 1924, Persico scriveva all'amico: « Intanto una proposta. Ti converrebbe pubblicare - come fanno altri editori - una rivista letteraria, mensile? Non ridere e leggi fino in fondo... Scopo della rivista: fornire agli italiani una visione precisa del movimento culturale europeo ... La tua battaglia politica non deve sconsigliarti di approvare il 1nio progetto,: il compilatore di questa rivista potrei essere io, se hai qualche stima di n1e. Non ti disgusti la mia auto-candidatura a redattore capo: sono un feroce arrivista! Però un arrivista che vuole fare una cosa nuova e bella e vuole che sia fatta all'ombra di Piero Gobetti ». Secondo la testimonianza della Veronesi, Gobetti promise a Persico la direzione del « Baretti »; sarebbe stato peraltro necessario un contributo in denaro per iniziare l'impresa. Lo scrittore napoletano ·non riesce a reperire la somma; invitato ugualmente, si reca a Torino dove l'incarico non gli viene riconfermato. Ritorna immediatamente a Napoli, e da qui, profondamente avvilito, ma senza rancore, continua a « regalare » suggerimenti e proposte. Del « Baretti » osservava: « Son convinto che la tua nuova rivista sarà, ancora per un pezzo, un progetto se non ti convincerai delle mie ragioni che ti esposi a Torino e che certamente ti sembrarono sciocche ... occorre formulare un programma, raccogliersi intorno a qualche idea comune: in letteratura il « manifesto· » è tutto. Non temere di fondare una « chapelle »: pensa ai francesi, ai tedeschi, ai russi ». Ancora una volta la risposta sarà negativa, anche a ,< Il Barétti », così come alla « Rivoluzione Liberale », la partecipazione di Persico sarà assai limitata. Come osserva la 124 • Biblioteca Gino Bianco
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