Lettere di Persico a Gobetti nese il suo libro Il porto lontano. A questa prima proposta fanno seguito numerose altre: mille progetti, mille impegni, la gran parte dei quali rimarranno incompleti o non assolti in tempo utile; oppure rifiutati da Gobetti, che evidentemente col tempo perdeva fiducia nel suo « scombinato» corrispondente napoletano. La vicenda del libro, primo di una serie intitolato il Giro del mondo, può riassumersi in questi pochi brani dell'epistolario: « L'essermi impegnato a pagare io le prenotazioni per la prima parte del Giro del mondo è stata una necessità inevitabile, perché in Italia non conosco cinquanta persone. Come vede, spingo la franchezza fino a scriverLe tal cosa che non mi accredita troppo presso di Lei. .. Quando son tornato in Italia ho sentito parlare di Piero Gobetti come uno dei talenti più singolari del mio paese e mi sono rivolto a Piero Gobetti come l'unico che possa intendere il mio sogno e secondare il mio sforzo. In Lei non vedo solo il divulgatore della mia opera modesta, ma anche, e prima, un compagno cordiale» (26 marzo 1924). Più volte annunziato su « Rivoluzione Liberale », e finalmente spedito il manoscritto, Persico si riserva di rivederlo ancora in bozze. « Perdonami - scrive nell'agosto dello stesso anno - abuso troppo della tua amicizia e della tua sopportazione. Però, intendo di pagare le spese maggiori che potessero derivare da eventuali correzioni. Quando mi farai tenere le bozze, rivedrò le parti che ti ho indicato e darai al compositore il resto. Debbo regolarmi così, perché se riavessi il manoscritto - considerando la tua critica severa e serena - lo darei alle fiamme. E non si può dopo l'annuncio ». Osserva la Veronesi, annotando questa lettera: « Lo distrusse infatti tre anni dopo, a 'forino, concludendo la lunga e tormentosa crisi provocata in lui dalla critica aspra e inflessibile di Piero Gobetti, che lo avrebbe per sempre inibito all'esercizio letterario ». Ma l'attività di scrittore s'intreccia con quella di critico letterario, di giornalista e con gli interessi politici di uomo civile. Una edizione meridionale di « Rivoluzione liberale », una pagina meridionale della Rivista, l'offrirsi per la diffusione della pubblicazione nel Mezzogiorno, e via dicendo, sono tra le nun1erose proposte fatte da Persico all'amico torinese. Di particolare interesse è la sua reazione alla notizia della formazione dei « Gruppi della 'Rivoluzione Liberale' ». Com'è noto, tali gruppi, costituiti in scala regionale, costituivano in· potenza un nuovo partito, che richiamava le forze intellettuali ad un maggiore e più concreto impegno di lotta antifascista. In una lettera del 12 luglio 1924, Persico si dichiarava lieto di partecipare ·alla formazione dei Gruppi nel Mezzogiorno, ma avvertiva: 1) « Nelle nostre città non è possibile mettere insieme dieci intellettuali, perché, o non esistono o s'infischiano di gruppi, di partiti, di associazioni »; 2) « sul terreno della propaganda i 123 • Biblioteca Gino Bianco
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