Nord e Sud - anno XII - n. 63 - marzo 1965

Recensioni tempo e si adegua alla sua evoluzione» (p. 22). Vivere assiduamente nel mondo della cultura che la circonda, deve significare per la geografia, - osserva il Gambi - abbandonare, nella misura in cui tratta di problemi umani, mentalità e schemi positivistici, inserendosi in quella « via maestra della cultura » che è lo storicismo. E sul come la geografia umana, « in quanto scienza che studia certe condizioni e complessi della vita sociale ed economica dell'uomo », possa vedere i suoi problemi con lo spirito dello storicismo, il Gambi fornisce numerosi e persuasivi esempi. Rappresentazioni più o meno efficaci della distribuzione della popolazione, descrizioni del paesaggio rurale, analisi della crescita urbana - egli osserva - risulteranno opere prive di vita ove i loro compilatori abbiano dimenticato che il protagonista di tali fenomeni, l'uomo, « è tale perché lo anima uno spirito ». Così come, a chi si sia posto in tale ordine di pensiero, appariranno mere astrazioni le suddivisioni in forme o tipi degli insediamenti umani, ov'esse non siano esattamente inquadrate in una trama storica, stante la maggior indicatività di una diagnosi di ordine sociale ed economica rispetto ad una definizione puramente corografica. Da queste premesse il Gambi giunge alla considerazione che vi sono « temi della geografia dell'uomo che sono tipicamente ecologici: ad esempio, il clima e le funzioni organiche dell'uomo, o i complessi patogeni dell'uomo. E altri che sono tipicamente storici: ad esempio, gli effetti den1ografici, eco,nomici, sociali e morali della immigrazione, o la struttura delle classi e la natura degli istituti aziendali sui quali posa la vita rurale di una certa regione ... » (p. 36). Non ha significato, afferma in sostanza il Gambi, continuare a sostenere l'esistenza di un'unica geografia, nel cui alveo ricondurre le molte geografie di cui si parla: geografia umana, fisica, industriale, rurale, politica, militare, fitogeo1 grafia, zoogeografia ecc.: « se si guarda bene, il nome di geografia è usato per significare le più diverse cose ... Il nome di geografia, quindi, copre ai nostri giorni discipline molto diverse e neanche vicine fra di loro per campo di azione e spiriti di ricerca» (p. 63). Ed è, appunto, lo spirito della ricerca l'elemento che consente di valutare il grado di unitarietà d'una disciplina. È, pertanto, necessario convincersi (anche se questa non è la visuale comune oggi tra la maggioranza dei geografi italiani) che << l'unità di una ricerca e, in ultima istanza, di una disciplina» non è data dall'oggetto, ma dallo « spirito di chi studia ». Gambi perviene, quindi, alla negazione della « unità della geografia» (p. 47): infatti, « c'è una geografia fisica, che indaga i fenomeni naturali della Terra e che può esercitare solo chi è dotato di una matura e aggiornata cultura e metodologia naturalistica. C'è poi una ecologia che riguarda l'ambiente degli esseri organici sopra la Terra - quindi anche dell'uomo nelle sue manifestazioni biologiche ---- che si può fare unicamente, per quanto riguarda l'uomo, da chi possieda, una formazione culturale biologica o medica. E c'è, infine, una geo1 grafia umana che è parte delle scienze storiche e può venire svolta esclusivamente con spirito storiografico, perché ciò che l'ha destata è l'esigenza di una storia della conquista economica e della organizzazione strumentale della Terra da :parte dell'uomo: una storia ... 119 Bi liotecaGino Bianco

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