Nord e Sud - anno XII - n. 63 - marzo 1965

I 11ia[tosi alle ur, te tempo era stato un valido sostenitore del fascismo, ebbe il rico11oscimento del suo operato a favore degli alleati. Il giorno seguente al suo arrivo a Villalba dalla spedizione, nella caserma dei Carabinieri, il tenente americano Beehr, del Civil Aff airs di Mussameli, lo nominava sindaco del paese. Fuori della caserma un altro gruppo di amici fidatissimi di Don Calò, presi dall'euforia dell'evento, gridavano a squarciagola: Viva la mafia, viva la delinque11za, viva don Calò! » 7 . Quando, più tardi, con1inciarono a profilarsi i primi schierame11ti politici nazionali, la mafia ancora legata al latifondo vide il suo potere minacciato dai moti contadini e appoggiò per un certo periodo il movimento separatista. In un comizio tenuto a Bagheria agli inizi del 1944, Finocchiaro Aprile disse: « Se la mafia non ci fosse, bisognerebbe inve11tarla. Io sono amico dei mafiosi, pur dichiarandomi personal1nente contrario al delitto e alla violenza ». In un primo tempo le « cosche » accettarono questa amicizia; ma, quando si accorsero che la battaglia del feudo era irrimediabilmente perduta, comi11ciarono ad infiltrarsi nei partiti di destra e nella Democrazia Cristiana, ormai bene assestata. F. S. Romano ha scritto: « L'effetto dell'o,perazione di a sorbjmento che le forze politiche di destra e la Democrazia Cristiana co1npiro110 in questo periodo, fu infatti non solo che il grosso dei gruppi mafiosi, che si divisero fra i partiti nazionali, entrò nella Democrazia Cristia11a e nei partiti di destra; ma principalmente che essa rianimò e ridiede forza e prestigio, oltreché potere economico e politico, ai gruppi mafio i, e per così dire li inserì in un sistema; anche quando non consenti loro di e sere interamente assorbiti nel personale politico e sindacale, locale e regionale (il che si verificò in più casi), li mise in condizioni di servirsi non solo della burocrazia regionale, ma anche di quella nazionale e perfino di diventare i collaboratori diretti dei funzionari di polizia e delle forze dello Stato, che avevano il compito di reprin1ere le manifestazioni criminose e il banditismo in Sicilia » 8 • Salvatore Giuliano, intanto, aveva stretto patti precisi con Sa11to Flores, mafioso e grande elettore del centro-destra a Partinico, sicché la mafia poté manovrare a sufficienza l'elettorato, sia con mezzi propri, sia con l'appoggio del banditismo, travasando a suo piacimento i voti della zona da un partito all'altro e dando luogo a una pittoresca instabilità di risultati cl1e segna il diagramma delle « simpatie politiche·» alimentate dalla mafia. Si pensi che a Partinico la DC ebbe 2.929 voti nelle elezioni del 2 giugno 1946, ebbe 1536 voti alle elezioni del 20 aprile 1947 ed ebbe 4.236 voti il 18 aprile 1948; in pari tempo il MIS scese da 7 M. PANTALEONE, Mafia e Politica, Torino, 1962, pag. 71. 8 F. S. ROMANO, Storia della Mafia, Sugar, 1963, pag. 243-244. 9 BibliotecaGino Bianco

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