Nord e Sud - anno XII - n. 63 - marzo 1965

Er1na11,noCorsi tare ( ed. Einaudi), dove il rifiuto dei « condizionamenti» ideologici, dei contenuti astratti e delle sovrastrutture teoretiche della nuova avanguardia, è definitivo. Cassola raggiunge in quest'opera la n1igliore espressione della sua « letteratura di fantasia», realizzando una forma d'arte, cioè, completamente autonoma, che non corre dietro l'attualità, che non si lascia distrarre dai « cosiddetti problemi», ma crea liberamente il proprio mondo di umanità e di poesia. Questo nuovo « racconto lungo », quasi senza trama, è ambientato, come gran parte della narrativa di Cassala, nella Maremma toscana; e il tempo storico è molto più remoto, rispetto ai precedenti romanzi: è quello della prima guerra mondiale. I drammatici avvenimenti di quell'epoca, però (già spuntano i primi disordini sociali, blocchi stradali sono organizzati da squadre di giovani fascisti), restano sullo sfondo, come cornice, e non hanno alcuna incidenza, alcun rapporto diretto con la vicenda. Si tratta essenzialmente di una storia d'amore che, dal suo sorgere fino alla fine, vede contrapporsi senza possibilità di alternativa, l'indifferenza e l'incomprensione di Alfredo, refrattario ad ogni contatto umano, alla purezza sentimentale di Nelly. Alfredo non è partito per la guerra a causa di un disturbo al cuore. Ma non se ne fa un complesso di inferiorità, né si cura delle critiche alla sua condizione di {< imboscato». È contento di sé e della vita « virile» che conduce. L'unica sua vera passione è la caccia. Trascorre la n1aggior parte dei giorni nei boschi, tra Bolgheri, Bibbona e Cecina, sparando ad ogni tipo di selvaggina. Nell'economia del romanzo (191 pagine), le « esplorazioni venatorie » hanno un'ampiezza predominante. Tornare con il carniere ricolmo in paese, a Cecina, tra le strade affollate e nel caffè fumoso, pieno di facce conosciute, è per Alfredo una grande soddisfazione ( « la caccia gli piaceva in se stessa, non per il guadagno che se ne poteva ricavare »). Non gli mancano le avventure con le ragazze-contadine del paese, ma lui le donne le gode quando capita, non si impegna ad inseguire le occasioni; poi, innamorato solo della sua libertà, le allontana da sé come un oggetto venuto a noia. Le poche volte che non va a caccia, resta nel suo negozio di merciaio o gioca al biliardo ( « così la sua vita era piena e non ci sarebbe stato posto per nessun'altra cosa, oltre quelle che aveva »). Neppure per Nelly c'è posto. La conoscenza di Nelly è tuttavia un « fatto nuovo»; ma Alfredo non subisce « svolte» clamorose. Si piega eccezionalmente, e con un certo stupore, a periodici appt1ntamenti; ma la sua esistenza scorre sostanzialmente uguale, anche quando convince la ragazza a riceverlo in casa, profittando dell'assenza della madre, e la lascia incinta. Il « cacciatore » non vuole assumersi la responsabilità delle conseguenze. Non sente ragioni: inutili so,no i tentativi di sua madre e dell'amica Ivana. Nessuna sollecitazione a « riparare» gli viene, però, dalla sua vittima, Nelly, caduta in una taciturna e rassegnata disperazione. Dopo Caporetto, vengono richiamati alle armi anche i rivedibili ed alcune categorie di riformati. Nella visita che subisce a Roma, Alfredo viene fatto abile ai servizi sedentari. Superata la breve parentesi militare, il « caccia104 BibliotecaGino Bianco

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