Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

,, Antonio Rao zone tipicamente « arretrate». I valori dell~emigr~zione di Salerno e Caserta sono, invece, dei valori medi, al disotto della media del Mezzogiorno, vicini ai valori dell'Umbria e d1 elle Marche (rispettivamente - 70%0 e 82,5%0 abitanti), ma non caratterizzano quelle province in maniera diversa da tante province del Mezzogiorno continentale ed insulare. Infatti, Taranto e Brindisi, in Puglia (-61,9, 48,8), Matera, in Basilicata (-75,9), Messina, in Sicilia (-86,1), e le tre province sarde non presentano nel decennio considerato un andamento molto differente. Si tratta di quozienti migratori ancora propri di zone « sottosvi.- luppat•e », ma comunque di zone che, per quanto con un basso reddito pro capite, sono dotate di un certo potenziale produttivo e, soprattutto, sono presumibilmente non lontane dal « decollo ». Certo, i movimenti migratori non possono essere considerati, almeno in breve periodo, come indici dello sviluppo economico di una zona. A voler forzare il significato dei dati, si rischia di prendere degli abbagli. Infatti, la graduatoria delle province meridionali in base al reddito non coincide con quella basata sugli incrementi migratori: una correlazione certo esiste, ma è molto vaga. Se prendiamo, ad esempio, la provincia che nel 1962 ha fatto registrare il reddito più alto del Mezzogiorno, cioè Siracusa, della quale - integrando il dato del reddito con quanto sappiamo circa il numero e qualità degli impianti industriali in essa insediati - possiamo certo affermare che ha già effettuato il « decollo », constatiamo che il quoziente d'incremento migratorio che la riguarda, -55,5, per quanto relativamente basso, non ,è più basso di quelli di Brindisi (-48,8) e di Ragusa (-47,1), di cui sappiamo, in base al reddito prodotto e ad altri indici, che nel 1962, anche se vicine al take off - il che può aver,e comunque influito sulle aspettative degli abitanti, che si sarebbero così indotti a non partire - erano ancora parecchio lontane dalle condizioni di Siracusa 18 • Ma, malgrado queste riserve, si deve riconoscere che il duali~mo nell'andamento delle emigrazioni campane, cui abbiamo accennato, rispecchia abbastanza fedelmente il dualismo delle realtà socio-economiche della regione. E così il basso saldo migratori~ passivo della provincia di Napoli, riflette, a suo modo, le peculiarità economico-sociali che la caratterizzano. Nel decennio '51-61 l'area napoletana presenta un saldo passivo che è solo del 12,5%0. È il quoziente migratorio più basso del Mezzogiorno, e va interpretato non tanto come un 'indice delle capacità economiche di questa provincia, quanto come 18 Sembra più opportuno soffermarsi su un'altra variabile: la distanza tra luoghi di emigrazione e luoghi di immigrazione. Non è certo un caso che l'Abruzzo e Molise sia la regione meridionale più fiaccata dall'emigrazione. Cfr. S. CAFIER0, Le migrazioni dal Mezzogiorno, dal «Veltro», numero cit., pp. 1059-1069. 88 Biblioteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==