Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

Antonio Rao posta in principio, e cio,è che è possibile proceder~ alla rilevazione dei movimenti migratori solo indirettamente. Infatti si dispone dei dati sui trasferimenti anagrafici (iscrizioni e cancellazioni), che, per quanto concernenti la frazione meno rilevante di tutto il fenomeno migratorio, permettono di affinare l'indagine molto più delle quantità di cui prima ci siamo avvalsi. In base ai dati anagrafici si può constatare, per esempio, che una notevole aliquota del movimento migratorio si risolve nell'ambito dello stesso Mezzogiorno. Infatti, se le cancellazioni sono numerose, le nuove iscrizioni non sono rare. In Campania, in particolare, nel 1959-1960 i nuovi iscritti sono risultati 100.125 ed i cancellati 116.476, con un saldo di - 16.35116 • Espresse in quozienti per mille abitanti, le cifre precedenti diventano rispettivamente 21,4%oe 24,49100c,on un valore di saldo di - 3,5%0. Confrontati con quelli relativi alle altre regioni del Mezzogiorno, questi dati ci dicono che in Campania s'è registrato il minor numero di cancellazioni ed uno dei numeri maggiori di nuove iscrizioni (Campania: 21,4; Basilicata: 18,2; Calabria: 18,1; Puglia: 17,7); il che conferma quanto prima si diceva circa la minore mobilità della popolazione campana rispetto alle regioni più tipicamente « espulsive », e circa la maggiore capacità attrattiva di questa regione rispetto alle altre del Sud. Tutto questo è tipico delle zone di transizione, come risulta dalla stessa relazione citata. Infatti, « la percentuale degli spostamenti che si verificano all'interno della regione è più alta nelle zone meno depresse e più bassa in quelle economicamente più arretrate. Così, ad esempio, quelli che da un comune della Campania si trasferiscono in un comune della stessa regione costituiscono il 67% dei cancellati all'anagrafe, mentre in Basilicata sono il 36% ». Un approfondimento di questo aspetto del fenomeno migratorio, cioè delle direzioni prese dalle correnti di emigrazione, verrà tentato in seguito, quando si analizzerà il comportamento demografico della Campania provincia per provincia. Per il momento è opportuno collocare i dati appena esaminati su uno sfondo che ne metta in evidenza il significato e ne precisi le indicazioni. Tra il 1871 ed il 1951, il saldo migratorio netto della Campania è stato di 847.000 unità, pari al 32~1>dell'incremento naturale realizzatosi nello stesso periodo. Dal raffronto tra i vari saldi migratori delle regioni del Mezzogiorno, emerge subito che, nel periodo 1871-1951, la Campania ha dato all'emigrazione il contributo più alto del Mezzogiorno, pari in 16 Fonte: Relazione del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, 1963, p. 157. 84 Biblioteca Gino Bianco

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