Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

Antonio Rao dal punto di vista del movimento naturale, stia nel più lento declino dei valori della natalità che la riguardano,: rispetto alle altre regioni meridionali (infatti essa presenta lo scarto minore tra i valori estremi della serie: 12,7 punti, contro 23,1 dell'Abruzzo, 19,3 della Puglia, 18,7 della Basilicata, 13,5 della Calabria) .. Tale maggiore stabilità della natalità campana è certamente da porre in relazione con la minore intensità del flusso migratorio che l'ha interessata. Infatti, « la causa prima del lento declino dell'incremento naturale e, più in particolare, della natalità meridionale, si deve individuare nel continuo flusso migratorio interessante il Mezzogiorno - flusso che comporta notevoli modificazioni nella struttura e, conseguentemente, nella potenzialità riproduttiva della popolazione - anche se in questi ultimi anni sono entrati in gioco altri fattori di natura sociale, , (controllo delle nascite) di rilievo non trascurabile, che potrebbero rivestire, in futuro, un ruolo più rilevante» 13 • . Un rapido esame alla struttura della popolazione potrà, quindi, far meglio luce sulle componenti dell'incremento naturale. Il Mezzogiorno nel suo complesso presenta un significativo invecchiamento demografico, come prova la discesa dal 29,1% (1951) al 28,3% (1961) del peso della classe di età 0-14 anni e, simmetricam·ente, l'ascesa all'8,8% (1951 : 7,3) della classe di età oltre 65 anni. Si è quindi avuto un· sensibile incremento degli indici di vecchiaia 14 , di cui quello dei maschi è salito dal 22,8% al 24,4%, quello delle femmine dal 27,9% al 34,2% (l'indice complessivo è 29,2%). La Campani~ presenta (1961) una situazione abbastanza diversa da quella prevalente nel complesso del Mezzogiorno. In primo luogo, il suo indice globale d'invecchiamento è il più basso della graduatoria (25,3% ). In particolare, poi, emerge che è soprattutto l'indice di vecchiaia riguardante i maschi (20,1%) a mantenere basso il valore complessivo. Infatti la percentuale degli individui maschi di oltre 65 anni è di appena il 6,1 % (Piemonte: 11%, Liguria: 11,5%, Toscana: 10,5%, Abruzzi: 8,4%, Puglia: 7,2%, Sicilia: 8%.), mentre quella delle femmine della stessa classe di età è de11'8,5%. Tutto questo costituisce una prima conferma a quanto prima si diceva circa la correlazione tra flussi migratori e struttura della popolazione (e, quindi, incremento naturale). È infatti evidente che il più debole peso delle classi anziane in Campania, rispetto alle altre regioni meridionali, non può essere certamente attri13 Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno, Relazione sull'attività di coordinamento del 1964, vol. II, p. 144. ... 14 Gli indici di vecchiaia si ottengono facendo il rapporto percentuale tra l'ammontare della popolazione di oltre 65 a·nni e l'ammontare della popolazione cli età 0-14 anni. 82 Biblioteca Gino Bianco

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