Atitonio R·ao ritmo di riproduzione meridionale si sia acc~lerato, o sia quanto meno rimasto ai livelli precedenti, ma solo perché nello stesso tempo la bilancia natalità-mortalità del Nord è decisamente peggiorata. Infatti, mentre la natalità sta decelerando progressivamente - e ad un ritmo ben più rapido di quella meridionale - la mortalità è rimasta ai tassi precedenti. Il risultato di ciò ( bassa natalità e moderata mortalità al Nord, natalità sostenuta e bassa mortalità al Sud) 11 è stata la ulteriore « meridionalizzazione » della popolazione del paese. Con questa espressione si deve intendere non solo l'accrescimento relativo della popolazione vivente nel Mezzogiorno o, comunque, l'insediamento di meridionali attraverso le emigrazioni interregionali in altre parti d'Italia, ma anche l'aumento della parte di popolazione italiana di ascendenza meridionale. Infatti, l'unico sostegno alla decrescente natalità settentrionale è offerto dall'apporto, peraltro ancora modesto, degli immigrati, che ne frena la discesa verso valori ancora più bassi. Ed è soprattutto questo aspetto della « meridionalizzazione » che preoccupa alcuni: il fatto, cioè che nelle vene degli italiani vada circolando sempre più « sangue » meridionale, e sempre meno « sangue » settentrionale o centrale (ammesso e non concesso che sia possibile la distinzione). Ciò si dovrebbe tradurre col tempo, secondo costoro, in un peggioramento del costume nazionale. In un periodo più lungo di quello fin qui considerato, l'incremento naturale campano non appare sostanzialmente diverso da quello proprio del resto del Mezzogiorno: natalità e mortalità quasi costantemente decrescenti. In particolare, vediamo che nel quinquennio 1881-1886 (dal quale parte il nostro esame) la natalità campana, per quanto un po' più bassa di quella delle altre regioni meridionali, raggiunge quozienti da Sud-est asiatico (tasso medio: 38,19100).Nei quinquenni successivi, la tendenza al decremento è pre~soché costante, ma non molto regolare, presentando due profondi avvallamenti in corrispondenza dei periodi 1915-18 e 1941-45 12 ; e si comprende bene perché. Ugualmente connesse alle vicende belliche sono le riprese demografiche del biennio 1919-20 e del 1946-49. È infatti normale che dopo le guerre s'intensifichino i tassi di 11 Sia lecito osservare di sfuggita che la circostanza che l'incremento naturale del· Mezzogiorno derivi da un abbassamento del tasso di mortalità piuttosto che da un aumento del tasso di natalità non è indifferente da un punto di vista economico: infatti un incremento demografico del tipo attuale si traduce in definitiva in un risparmio di spese di allevamento e di capitali umani. 12 È da notare che, sul c,alo della natalità nel periodo 1941-45,ha inciso oltre che la seconda, anche la la guerra mondiale, nel senso che proprio in quel periodo si scontava la depressione demografica del '15-18 in termini cli riduzione di natalità. 80 Biblioteca Gino Sia.neo
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