Nord e Sud - anno XII - n. 62 - febbraio 1965

Antonio Rao ad addebitare al maggior grado di urbanizzazione della Campania, rispetto alle altre regioni meridionali, la più alta · mortalità che essa presenta. Ma sarebbe una conclusione molto probabilmente inesatta e certamente insoddisfacente. Infatti, la maggiore mortalità centro-settentrionale dipende soprattutto dal maggior grado d'invecchiamento della popolazione (che a sua volta deriva dall'allungamento della vita media), come mostra l'esame della ripartizione degli individui per classi di età, che qui non è il caso di riportare. Certamente esiste anche una « sopramortalità » urbana (e metropolitana), ma in un paese dallo sviluppo urbano (in senso moderno) piuttosto recente, qual è il nostro, non è ancora il caso di chiamarla in giuoco. Si può d'altronde ritenere che gli effetti delle emigrazioni interregionali (tali certamente da favorire « il ringiovanimento » dei centri di destinazione) non abbiano ancora avuto il tempo di spiegarsi completamente. Per quanto riguarda, poi, la minore diminuzione della mortalità nei comuni capoluoghi del Mezzogiorno rispetto agli altri comuni, si può osservare, in primo luogo, che essa sembra orientata piuttosto verso il livellamento dei tassi di mortalità tra città e campagna, che non verso uno squilibrio a svantaggio della città.· In secondo luogo, bisogna ricordare che la sensibile diminuzione della mortalità rurale è il riflesso di una situazione ambientale favorevole, che i progressi della medicina, il miglioramento delle attrezzature igienico-sanitarie, le bonifiche delle zone malariche, la maggiore diffusione dei mezzi di prevenzione hanno introdotto solo da poco nelle campagne, ma ,che esiste già da tempo nelle città. Solo quando saranno « ammortizzati » completamente gli effetti benefici della nuova situazione, si potranno legittimamente porre a raffronto le variazioni della mortalità negli ambienti rurali. Ed allora, probabilmente, si riscontrerà un aumento della mortalità in questi ultimi, perché si cominceranno a scontare gli effetti dell'invecchiamento della popolazione provocato dall'intensa emigrazione 7 • Così come è già possibile rilevare un aumento della natalità nei luoghi di immigrazione e, viceversa, una sua diminuzione nelle località di emigrazione. Bisog11a, infine, tener conto del fatto che i tassi di mortalità sopra riportati sono stati rilevati nel 1962, cioè in un anno in cui si registra un'emigrazione netta dai comuni capoluoghi di 18.000 unità (gennaioagosto) « con andamento che interessa, in modo talvolta inspiegabile, la grande maggioranza di essi » 8 ; mentre nel precedente decennio, al 7 Ciò sta infatti già avvenendo in quelle regioni che, come l'Abruzzo e Molise hanno un sensibilissimo impoverimento demografico. Nel 1963, l'Abruzzo e Molise registra un tasso di mortalità del 10% (1961: 9,8). 8 Cfr. A. PARISI, Il Mezzogiorno nell'economia italiana, in « Il Veltro», n. 6 dicembre 1962, p. 1164. 78 Biblioteca Gino Bianco

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